Israele rinnova la catastrofe, Napolitano chiede negoziati

TEL AVIV – Sono oltre una quindicina le vittime degli scontri in medioriente, nella giornata in cui i palestinesi hanno commemorato la Naqba, la ‘catastrofe’ come definiscono la creazione dello Stato di Israele nel 1948.


Migliaia di manifestanti filo-palestinesi provenienti dalla Siria si sono avvicinati ad una barriera lungo frontiera israeliana sulle alture del Golan, alcuni sono riusciti a sfondare il reticolato e a entrare nel territorio controllato da Israele. L’esercito di Tel Aviv, schierato in forze, ha aperto il fuoco. Altre 10 persone, invece, sono state uccise e più di cento ferite al confine di Israele con il Libano. Alcuni colpi sono stati infine sparati contro persone che si stavano avvicinando al valico di Erez nella Striscia di Gaza.


Il governo degli Stati Uniti ha difeso le azioni israeliane contro le manifestazioni palestinesi in occasione del Nakba. La Casa Bianca, attraverso il portavoce Jay Carney, ha detto che Israele “ha diritto di impedire” attraversamenti non autorizzati delle sue frontiere e ha invitato la popolazione palestinese alla “massima moderazione”. Carney ha affermato che Washington lamenta la perdita di vite umane ed ha assicurato che “i nostri pensieri sono con la famiglie ed i cari” delle vittime dell’esercito israeliano, che ha sparato contro centinaia di manifestanti che marciavano contro diversi punti di frontiera.


Gli Usa hanno infine accusato la Siria di “alimentare” le proteste palestinesi per “distrarre” l’attenzione dalla “repressione” contro i manifestanti oppositori al governo di Bashar al Assad. “Ci sembra evidente che si tratta di un tentativo di distrarre l’attenzione davanti alle legittime richieste del popolo siriano e alla repressione violenta esercitata dal governo sirisno contro il suo popolo” ha detto carney.


I leader israeliani hanno condannato gli incidenti definendoli provocazioni ispirate dall’Iran, per sfruttare il sentimento nazionalista palestinese e distogliere l’attenzione dalle rivolte in Siria, paese alleato dell’Iran. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto di sperare che non ci sia un’escalation di violenza. “Noi speriamo che la calma torni al più presto. Ma che non ci siano fraintendimenti: siamo determinati a difendere i nostri confini e la nostra sovranità”, ha detto Netanyahu.


Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha detto invece in un discorso TV che le persone uccise sono martiri per la causa palestinese. “Il loro sangue non sarà stato versato invano. E’ stato versato per la libertà della nostra nazione”. Ha affermato che l’alto numero di manifestanti per il giorno del Nakba è la prova che “il desiderio della gente è maggoire che il potere delle forze occupanti”.

Napolitano: “Subito negoziati di pace”


Mentre gli spari falcidiavano la folla dei manifestanti, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano chiedeva “la ripresa dei negoziati diretti con Israele”. La richiesta durante a colloquio con il presidente israeliano, Shimon Peres, nel corso della visita in Israele e nei territori palestinesi. “La posizione dell’Italia è a favore di un negoziato e di un accordo diretto tra Israele e i rappresentanti palestinesi”, ha detto Napolitano in conferenza stampa.


Napolitano prima di recarsi all’Università di Tel Aviv per ricevere il Premio Dan David conferitogli nel 2010 ha incontrato anche il primo ministro israeliano Benjiamin Netanyahu. Nel corso della cerimonia di premiazione, ha affrontato il tema della democrazia sottolineando che questa “neppure se costruita sulle forti basi di una Costituzione come in Italia, può considerarsi compiuta e vitale una volta per tutte”.


Il Premio Dan David (una borsa di un milione di dollari) è stato assegnato a Napolitano nel 2010 per la sua volontà di distaccare il PCI dall’influenza di Mosca e la sua capacità nell’aiutare l’Europa ad uscire dalla Guerra Fredda. Le motivazioni: “Nel clima attuale un po’ caotico della politica italiana, egli si erge, come un faro di ragionevolezza, moderazione, difesa dei valori democratici e di tolleranza, come una figura ammirata e rispettata dai membri di tutte le parti”.

La Palestina avrà il suo ambasciatore a Roma


Napolitano ha incontrato il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Mahmud Abbas a Betlemme. Il presidente della Repubblica ha annunciato la decisione del governo italiano di elevare il rango del rappresentante diplomatico dell’Autorità nazionale palestinese in Italia riconoscendogli il titolo di ambasciatore. Abu Mazen: “È un altro regalo che ci fa l’Italia”.