Doppietta Cavendish, Petacchi è terzo

RAVENNA – La “bella” va a Mark Cavendish. Niente da fare per Alessandro Petacchi, che nella dodicesima tappa del Giro d’Italia sapeva che si sarebbe giocato il terzo sprint con il rivale dell’Isola di Man, quella decisiva. Nella Castelfidardo-Ravenna l’ha spuntata il britannico, con Davide Appollonio secondo e Ale-jet soltanto terzo staccato. Una tappa tanto noiosa nei primi 181 chilometri quanto divertente negli ultimi tre. Ora, però, si volta pagina. Gli sprinter vanno a casa, si inizia a salire.


Si parte da Castelfidardo e dopo soli cinque chilometri partono in fuga Clement, Golas, Minguez e Ricci Bitti. Il poker conquista in breve un buon margine che dopo un’ora di corsa raggiunge i quattro minuti di vantaggio. L’HTC se ne accorge e si mette subito in testa al gruppone, accorciando il margine intorno ai tre minuti. Il distacco resta stabile sino agli ultimi trenta chilometri, quando progressivamente il gruppo maglia rosa recupera sino ad annullare la fuga a 15 km dalla fine. Nel centro di Ravenna iniziano i preparativi per l’ultimo grande sprint. E finalmente la tappa inizia a movimentarsi dopo tre ore di calma piatta.


La gara entra nel vivo soltanto negli ultimi tre chilometri, quando Ermeti dell’Androni sbaglia la traiettoria in curva e taglia fuori gran parte del gruppo poco prima della volata finale. Fortunatamente non ci sono conseguenze gravi per i corridori coinvolti. L’unico problema è che davanti restano in quindici e la volata si decide tra questi. Cavendish si fa tirare da Renshaw e vola verso il traguardo. Petacchi è sulle gambe e non riesce a partire anticipamente, mentre Appollonio (Team Sky) si inserisce e arriva a un soffio dal britannico. Che la spunta ancora, vincendo la seconda tappa di questo Giro d’Italia dopo la Termoli-Teramo. 2-1 a uno nel confronto con Petacchi, che resta con il solo successo di Parma della seconda tappa. Ale-Jet chiude terzo dietro ad Appollonio e davanti a Roberto Ferrari, ancora una volta piazzato nei primi cinque.


Cavendish saluta il Giro. Aveva detto alla vigilia che si sarebbe ritirato al termine di questa tappa, l’ultima favorevole agli sprinter prima delle montagne. “Vinco e mi ritiro”, le sue parole. Dopo il traguardo di Ravenna c’è la conferma, con tanta felicità in più. “Ho controllato tutta la tappa senza aiuto da parte di altre squadre – ha detto Cavendish -. L’Htc ha fatto qualcosa di incredibile e ci è anche andata bene perché abbiamo evitato la caduta. In volata ho guardato Petacchi perché lui parte sempre a 300 metri per sorprendermi. Ma non ce l’ha fatta e io ho sfruttato anche il lavoro di Renshaw. Devo ringraziare lui, ha fatto qualcosa di fantastico. Adesso me ne vado a casa. L’ultima settimana non fa per me. Sono un professionista e non un amatore, inizierò a lavorare per il Tour de France”.


Anche petacchi si ritira. Anche Ale-jet getta la spugna, specie dopo un arrivo così deludente: “Ero alla ruota di Cavendish e a differenza delle altre volte l’ho lasciato partire. Forse ho sbagliato. Sono stato al suo pari per parecchio, ma forse dovevo anticiparlo. Poi ho capito che non ce l’avrei fatta a rimontarlo. Se resto? Ne parlerò stasera con la squadra, ma è chiaro che con Tour de France e Vuelta ancora da correre può essere che mi ritiri”. Alla fine è arrivata l’ufficializzazione. Diverso il parere di Ferrari, quarto al traguardo: “E’ stata una volata tiratissima. Renshaw ha tirato alla grande Cavendish e noi non potevamo fare altrimenti. È stato un peccato. Io però non mi ritiro. Tengo duro anche se so che sarà difficile con la montagna. La voglia non è tanta, ma provo ad arrivare a Milano”.


Nessun problema per la “maglia rosa”, che resta ancora sulle spalle del leader spagnolo. E adesso si entra nella fase decisiva, quella che inizierà oggi con il maxi-trasferimento da Ravenna a Spilimbergo. La tredicesima tappa vedrà il terzo arrivo in quota del Giro, con una salita finale di quasi 14 km (i primi 9 sono con una pendenza media del 9% e punte del 14%) che porterà al traguardo di Grossglockner, Austria. Insomma, si va verso i giorni di Contador. Che al traguardo di Ravenna sfodera un sorriso invidiabile: “Venerdì non sarà facile per me. Dovrò stare attento agli altri corridori e quindi non faccio previsioni. Deciderò in corsa cosa fare. La tappa che più mi piace è quella dello Zoncolan. Il Crostis, invece, è pericoloso, l’ultima parte è molto stretta e la prima è in sterrato. In più avremo meno assistenza. Insomma, è un rischio molto grande”. Il gioco si fa duro. Gli sprinter vanno a casa, i duri inizieranno a giocare?