Accordo a Cartagena, Zelaya presto a casa

TEGUCIGALPA – L’ex presidente dell’Honduras, Manuel Zelaya, è partito ieri per Cartagena, nel nord della Colombia, per firmare un accordo con l’attuale presidente Porfirio Lobo, che gli permettera di tornare nel paese dopo quasi due anni di esilio. Nella città colombiana si discuterà delle garanzie di sicurezza da dare a Zelaya, “protezione e sicurezza, qualcosa a cui qualsiasi ex presidente ha diritto” ha dichiarato Lobo. Al centro del dibattito anche la “libertà politica” di Zelaya e della conformazione del Frente Nazional de la Resistencia Hondureña (FNRH) come partito politico.

Alla firma del documento sarà presente il presidente colombiano Juan Manuel Santos e il ministro degli Esteri venezuelano Nicolás Manduro, in rappresentanza dei due Paesi che più si sono proposti come mediatori per il ritorno di Zelaya e il reintegro dell’Honduras nell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA). Lo stesso Zelaya ha dichiarato, lo scorso mercoledì, che sarebbe ritornato nel suo Paese grazie alla mediazione di Colombia e Venezuela.

Il 28 giugno 2009 Zelaya fu sequestrato e obbligato ad abbandonare il paese con i membri del suo governo. Arrestati con lui anche 8 ministri e gli ambasciatori di Nicaragua, Cuba e Venezuela.
Mentre membri delle Forze Armate lo portavano in costa Rica, in Honduras si instaurava il governo di fatto di Roberto Micheletti, honduregno di origini italiane (famiglia di Bergamo), che a tutt’oggi presiede il Congresso. I disordini sono repressi sanguinosamente da alcuni reparti delle forze dell’ordine favorevoli alla dittatura (vi furono due morti e centinaia di feriti), imponendo il coprifuoco.

Il 4 luglio 2009 l’OEA ha sospeso l’Honduras dalla permanenza nell’organismo per violazione dell’articolo 21 della carta Democratica Interamericana che stabilisce questa sanzione quando si constata che si è prodotta una rottura dell’ordine democratico di uno stato membro e gli sforzi diplomatici sono risultati infruttuosi.
Zelaya aveva cercato di avviare un iter per la modifica della costituzione, motivandolo come un ribilanciamento tra i poteri dello stato. I sostenitori del golpe affermavano invece che la modifica era pensata per garantirsi la rielezione oltre il secondo: la rielezione è impedita dalla Costituzione dell’Honduras (Costituzione scritta sotto regime militare), che impedisce anche di modificare gli articoli che regolano il numero dei mandati presidenziali, specialmente nei 180 giorni precedenti alle elezioni.
Il 24 ottobre 1985, lo stesso Roberto Micheletti aveva tentato senza successo di istituire una Assemblea Nazionale Costituente per modificare gli articoli 373, 374 e 375 della Costituzione e per permettere al presidente di allora, Roberto Suazo Córdova, di estendere il suo mandato.

Il ritorno di Zelaya in honduras è uno requisiti per la riammissione dell’Honduras nell’OEA. L’ex presidente risiede dal 27 gennaio 2010 nella Repubblica Domenicana come Ospite d’Onore.