Guerra nella maggioranza Bossi: «Silvio ha promesso»

ROMA – E’ guerra nella maggioranza sulla richiesta della Lega di spostare al Nord due miniseri. La proposta, bandiera della Lega Nord, fa seriamente traballare l’asse tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Il Senatur noncurante della contrarietà dei vertici del Pdl gioca al rialzo annunciano l’ipotesi che a Milano possa ‘’arrivare un ministero di peso, quello che muove l’economia’’, ma soprattutto mette in chiaro che sulla decisione c’è il placet del premier.
– Parola data non torna indietro – avverte il leader del Carroccio.

Chiamato in causa il Cavaliere prova immediatamente ad abbassare le polemiche tentando una mediazione che eviti di allargare la frattura all’interno della maggioranza a pochi giorni dai ballottaggi, che appaiono più in salita: nel capoluogo lombardo arriveranno dei ‘’dipartimenti’’, è la risposta del capo del governo. Una soluzione ben lontana dalle richieste dei leghisti, che non arretrano e si preparano alla ‘guerra’ con Roma.
– Così salta ogni intesa – avverte il sindaco della Capitale Gianni Alemanno pronto alle barricate.
La distanza tra il presidente del Consiglio ed il Senatur la dice lunga sulla situazione tra i due partiti azionisti della maggioranza. E nonostante il Cavaliere ribadisca che l’esito dei ballottaggi ‘’non avrà nessuna ripercussione sulla tenuta del governo’’, appare difficile che il risultato di Milano non abbia ricadute sugli equilibri del governo.

E l’ennesima giornata di polemiche fotografa una maggioranza che assomiglia sempre di più ad una maionese impazzita. A cercare di far rientrare le polemiche sullo spostamento o meno dei ministeri che avevano dominato la giornata di ieri, ci avevano provato sin dalla mattina i big del Popolo della Libertà. Il governatore della Lombardia Roberto Formigoni aveva messo in chiaro come l’argomento non rappresenti ‘’la richiesta più pressante dei nostri imprenditori e dei ceti produttivi’’. Ancora più netta la presa di distanza dei due capigruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri che al posto del decentramento propongono ‘’conferenze periodiche fatte a Milano e a Roma’’. Un’offerta che il Carroccio lascia cadere nel vuoto.
– Io sono abituato che nel Pdl decide Berlusconi e lui ci ha detto di sì, a me basta – replica tranchant Roberto Calderoli.

Non vuole sentire ragioni nemmeno il Senatur che invita Formigoni a ‘’stare zitto’’. E nella maggioranza è di nuovo tensione alle stelle. Il tempo di leggere le dichiarazioni dei Lumbard che nel Pdl parte la rivolta. I vertici romani chiedono un incontro ‘’urgente’’ al Cavaliere mentre il presidente della Lombardia ricorda all’alleato leghista che ‘’senza i voti del Pdl la proposta non va lontano’’. La soluzione per evitare che la maggioranza arrivi litigando alla vigilia del voto è nelle mani di un Cavaliere sempre più stanco, raccontano i suoi fedelissimi, di essere ‘tirato per la giacchetta’ dagli alleati.