Ocse: crescita lenta per l’Italia, l’occupazione non decolla

PARIGI – L’Italia soffre ancora e soffrirà il prossimo anno di una crescita lenta, con una ripresa occupazione che, anch’essa, fatica a prendere quota. Per questo il Belpaese deve mantenere una stretta vigilanza sui conti pubblici, continuando sulla strada seguita in questi anni di riduzione del deficit e cominciando ad attaccare il debito.


L’Ocse, nel suo economic outlook, riconosce i meriti del governo in tema di disciplina di bilancio, stima che verranno raggiunti gli obiettivi di un deficit sotto il 3% nel 2012 ed esorta a ‘’un mantenimento dello stretto controllo sulla spesa e sugli ulteriori miglioramenti nelle entrate fiscali’’ anche perchè quest’anno il Pil si fermerà all’1,1% per rafforzarsi nel 2012 all’1,6%. Un’accelerazione che non riuscirà comunque a ridurre la disoccupazione ‘’che scenderà solo lentamente in parte perchè l’iniziale miglioramento della domanda sarà assorbita dalla riduzione dell’utilizzo del lavoro a tempo determinato’’.


L’Italia comunque dovrebbe raggiungere gli obiettivi di riduzione del deficit al 2012 previsti dal governo nel programma di stabilità. Per l’Ocse il deficit scenderà al 3,9% del Pil nel 2011 e al 2,6 l’anno successivo, in linea così con le stime dell’esecutivo (3,9 e 2,7%) e rispettando i parametri europei. Questo, spiega l’organizzazione, ‘’dovrebbe essere più facile da raggiungere dato il miglioramento già visto nel 2010’’ con un calo dal 5,3 al 4,5%. ‘’Va notato inoltre che le proiezioni sono basate su una più bassa, prudente aspettativa di crescita rispetto al precedente programma’’ il quale ‘’conferma anche che il governo cercherà di portare il bilancio verso il pareggio nel 2014’’.


Nessun accenno a una eventuale manovra aggiuntiva da 40 miliardi di cui si parla in questi giorni. Il segretario Angel Gurria spiega di commentare ‘’solo i dati ufficiali’’. La lenta crescita italiana peraltro si inserisce in un generale quadro di ripresa moderata del mondo e specie dei paesi dell’area Ocse.
‘’La ripresa dell’economia mondiale sta divenendo più generale – spiega l’Ocse – in grado di sostenersi da sola tuttavia restano dei rischi potenziali e la crescita mostra due velocità fra i paesi emergenti e quelli sviluppati che continuano a recuperare in maniera moderata’’.


Il vice segretario e capo economista Pier Carlo Padoan insiste sulla necessità di riforme strutturali per affrontare i quattro nodi: l’alto livello di disoccupazione, sostenere la crescita e evitare la stagnazione, realizzare progressi nel consolidamento di bilanci e gestire gli sbilanci globali. Tutti temi ‘’interconnessi che richiedono un comprensivo e credibile approccio della ‘policy’ . Il tasso di disoccupazione dei paesi dell’area, la cui crescita del Pil si fermerà al 2,3% quest’anno contro il 4,2% del mondo, rimane ben al di sopra dei livelli pre-crisi con una stima in lieve calo al 7,9% che scenderà al 7,4% nel 2012’’.


L’Ocse chiede anche di rialzare i tassi di interesse di fronte alla minaccia di inflazione e per evitare gli effetti negativi di tassi che restano vicini allo zero. Per questo si chiede un aumento entro la metà del 2011 per gli Stati Uniti mentre in Europa che ha già operato una lieve stretta sarebbe opportuna una normalizzazione progressiva per giungere al 2,25% a fine 2012.