Marcegaglia: «il Paese arretra, abbiamo perso 10 anni»

ROMA – Confindustria ha «incessantemente incalzato la politica sulla priorità della crescita», in un Paese che ha perso dieci anni «in termini di minore competitività e mancata crescita», ma «ha poi dovuto prendere atto che le priorità della politica erano altre e diverse». La leader degli industriali, Emma Marcegaglia, lo sottolinea nella sua relazione all’assemblea annuale. Dove, alla presenza del capo dello Stato Giorgio Napolitano, ha chiesto «uno scatto d’orgoglio di tutta la classe dirigente del Paese», e che «si abbassino i toni della polemica politica: che cessino attacchi e delegittimazioni reciproche».


L’Italia, ha affermato la leader degli industriali, «ha già vissuto il suo decennio perduto» in termini di «minore competitività» e di «mancata crescita». Ora «dobbiamo muoverci in fretta. Il tempo «un fattore discriminante».


– Temporeggiare o muoversi a piccoli passi – ha poi aggiunto – è un lusso che non possiamo più permetterci. I concorrenti non stanno lì a guardare e le speranze dei giovani non aspettano.


La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ,poi, rilancia il pressing per le riforme sul governo.


– Semplificazioni e liberalizzazioni subito – reclama -. Infrastrutture subito. Riforma fiscale subito


E a «poche ore» dai ballottaggi esprime «un solo auspicio»:


– Se il risultato elettorale finale convincerà Governo e maggioranza di avere davanti a se ancora due anni di lavoro la loro agenda deve concentrarsi su un’unica priorità: la crescita.


Sulla stabilità dei conti pubblici e la crescita economica la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, invoca «un progetto condiviso».


– Senza la stabilità – dice – rischiamo di diventare un Paese finanziariamente non affidabile nei confronti dei partner europei e dei mercati finanziari. Senza la crescita non daremo prospettive all’economia e alla società italiana. E gli stessi obiettivi di finanza pubblica diventeranno irragiungibili. Consapevolezza, unità e capacità di risposta sono le tre condizioni che oggi mancano.


E prosegue:


– Nessuno può dire che non abbiamo fatto tutto ciò che era necessario per ammodernare le regole della contrattazione e venire incontro alle esigenze di tutte le diverse tipologie di imprese e di settori. Su questo non ci sono dubbi.


Emma Marcegaglia lancia un «avviso finale» alla politica. Dall’assemblea annuale di Confindustria avverte:


– In un momento così noi saremo pronti a a batterci per l’Italia, anche fuori dalle nostre imprese, con tutta la nostra energia, con tutta la nostra passione, con tutto il nostro coraggio’


Emma Marcegaglia, quando nel suo intervento affronta il tema dei contratti al centro del confronto tra l’associazione degli industriali e Fiat, commenta:


– Non agiamo sotto la pressione di nessuno. Non pieghiamo le regole della maggioranza per le esigenze di un singolo. Perche – dice con una digressione rispetto al testo della relazione che sta leggendo – sono finiti i tempi in cui poche aziende decidevano l’agenda di Confindustria, proseguiremo a modernizzare le regole sindacali senza strappi improvvisi che fanno male al sistema delle imprese e del Paese


 


LE REAZIONI


SACCONI – Le richieste espresse dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, «sono condivisibili e credo che il nostro impegno debba essere quello di corrispondervi». Lo ha detto il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, al termine dell’Assemblea di Confindustria. In particolare, il ministro si è riferito alle richieste di sviluppo e investimenti infrastrutturali e alla liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Per Sacconi, la relazione è «molto buona, sottolinea l’importanza delle relazioni industriali ed è incoraggiante perché ha dato pieno consenso allo statuto dei lavori».


– Spero – ha aggiunto – ci possano essere le condizioni per presentare il disegno di legge molto presto e che anche le altri parti sociali quanto meno lo considereranno la base utile per la riforma dello statuto dei lavoratori.


Allo stesso tempo secondo il ministro del Welfare la relazione del presidente degli industriali «ha invocato un’evoluzione delle relazioni industriali che mi sembra doverosa nel segno dello stretto collegamento tra salari e produttività per aumentare la produttività e con essa, come vogliamo, aumentare i salari.


Le richieste espresse dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, «sono condivisibili e credo che il nostro impegno debba essere quello di corrispondervi


 


BERSANI – «Era ora di ascoltare parole così nette sul Paese che non cresce. Ma era ora anche due anni fa». Pier Luigi Bersani, leader del Pd, risponde così ai cronisti a margine dell’assemblea di Confindustria che gli chiedono un commento sul discorso del presidente dell’associazione industriale, Emma Marcegaglia.


– E’ la fotografia di un Paese che ha problemi serissimi e che dovrebbe aggredirli con le riforme -aggiunge Bersani.


ROMANI – «Non è vero che il Paese non cresce da dieci anni». Lo ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, commentando la relazione del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in occasione dell’assemblea degli industriali.


– C’é bisogno di tracciare una strada nuova per l’Italia e dovremo farlo tutti insieme, ma uscendo dai particolarismi e lavorando con un nuovo e necessario spirito di unità.


In precedenza, aveva detto a Confindustria:


– Accettiamo la vostra sfida e non è un percorso semplice».


ELKANN – «Non è un tema di oggi. Non è un tema di attualità». Così – a margine dell’assemblea di Confindustria – il presidente di Fiat John Elkann risponde a chi gli chiede di un’imminente uscita del Lingotto dall’associazione degli industriali.