Berlusconi punta sulla riforma fiscale

ROMA – Intenzionato a non farsi trascinare a fondo da un voto che, in gran parte, imputa ai candidati, Silvio Berlusconi attende con un misto di fatalismo e distacco l’esito dei ballottaggi. Le partite chiave di Milano e Napoli, fino a ieri, non lasciavano presagire nulla di buono. Oggi, nell’inner circle berlusconiano, si guarda con malcelata speranza ai dati sull’affluenza nel capoluogo lombardo.

– Forse l’astensionismo dei moderati, che tanto ci ha penalizzato al primo turno, è finalmente in calo – commenta un fedelissimo del Cavaliere, ricordando che gli ultimi sondaggi davano un distacco della Moratti di ‘’soli 4 punti’’.

Difficile dire se la speranza abbia contagiato anche il premier, probabilmente no: ha trascorso la giornata in Sardegna, nella sua amata villa La Certosa. In serata ha votato a Milano. Sa bene che una vittoria nel capoluogo lombardo capovolgerebbe la situazione, ma è intenzionato a mostrarsi già con la testa sul ‘dopo’, sulla prosecuzione dell’azione di governo. Oggi, alle 15:00, proprio quando si chiuderanno i seggi, varcherà il cancello di Palazzo Victoria, sede del governo rumeno, per una bilaterale (fissata nel giorno dell’udienza sul processo Ruby) in cui si parlerà soprattutto di immigrazione e rapporti commerciali. Insieme a lui, i ministri Franco Frattini e Roberto Maroni. Ma non ci saranno ‘vertici’ notturni con i ministri, visto che i responsabili degli Esteri e dell’Interno rientreranno in serata, mentre il Cavaliere resterà per proseguire gli incontri. Poi, al rientro a Roma, presiederà un ufficio di presidenza del pdl ed un Cdm dove forse si comincerà a ragionare sulla riforma fiscale.

Anche nel Pdl, del resto, la testa è già sul ‘day after’. La proposta di Frattini, (creare un direttorio del Pdl che dia voce alle diverse anime del partito) non è piaciuta a molti. L’apparente contraddizione non sorprende più di tanto chi conosce il presidente del Consiglio da anni, perche’ ‘’lui dice di ‘sì’ a tutti, salvo poi fare di testa sua’’. E in effetti riuscire a decrittare le sue intenzioni non è cosa facile. L’unica cosa che tutti danno per scontata è la sua determinazione a non farsi travolgere. Per il resto, sulle eventuali contromosse, si fanno solo ipotesi: c’è chi giura sia pronto a rivoluzionare il partito; chi lo vede già in procinto di rimontare sul predellino; e chi, al contrario, è convinto che alla fine farà poco o nulla.
– Qualche ritocco è possibile, ma la tabella di marcia resta quella prevista: tesseramento, congressi locali e preparazione di quello nazionale – riferisce un dirigente pidiellino.

Del resto, gli fa eco un altro berlusconiano ‘doc’, ‘’con l’attuale legge elettorale non ci sono alternative all’asse Berlusconi-Bossi’’. Ecco perchè in tanti scommettono che l’unico vero banco di prova per il premier sarà il governo, non il Pdl: chi pensa a una mossa a sorpresa, però, rischia di rimanere deluso. Le riforme sono quelle ampiamente annunciate: fisco, giustizia, istituzioni. Ma ora bisogna realizzarle.
– Berlusconi sa che il suo destino giudiziario dipende dalla riforma della giustizia, mentre quello politico poggia sulle tasse – spiega un ministro. Ma se la prima è una partita personale, dalla seconda dipenderà il futuro dell’intero Pdl e, forse, della maggioranza.

– Solo se semplificheremo il fisco, magari spostando il carico dalle persone alle cose come dice Tremonti, avremo qualche chance – aggiunge il ministro. Che l’intenzione sia questa lo aveva detto anche Berlusconi.
– Con il codice unico, entro 1 anno e mezzo saremo in grado di abbattere le aliquote per privati e imprese – disse nel comizio di Napoli, 15 giorni fa. Frase mai ripetuta. Evidentemente, prima di nuovi annunci, vuole il via libera di Giulio Tremonti.