Calcio: Italia Estonia 3-0. Europeo a un passo

MODENA – Aggrappato quasi trent’anni dopo al talento di un minibomber chiamato Rossi, il calcio italiano trae soddisfazione dal ricorso storico: se Pablito portò gli azzurri al titolo mondiale, Pepito per il momento li avvicina in maniera decisiva alla qualificazione europea, trascinandoli alla vittoria risolutiva sull’Estonia. Nell’infuriare del calcioscommesse, altro deja vu, il 3-0 (di Cassano, non brillantissimo, e Pazzini gli altri gol) colto nell’entusiasmo dello stadio Braglia di Modena è un antidepressivo naturale per il morale: e già questo basterebbe a dare un senso alla serata. Ma il significato della gara con gli estoni è pratico (pur vincendo 2-0 sulle Far Oer, la Slovenia rimane a -5 in classifica con una gara disputata in più) e anche tecnico, visto che il ct Prandelli nell’occasione punta su una formazione senza prime punte e con attaccanti formato ‘tascabile’. L’inevitabile paragone con il Barcellona di Messi non regge per un fatto di qualità di organico, ma l’ostinata ricerca da parte della squadra catalana dell’attaccante del Villareal trova una spiegazione nei movimenti che stasera mandano in tilt i lunghi difensori avversari, sollecitando il lancio in profondità ai centrocampisti azzurri.

Era cominciata con la coppia fantasia impegnata a prendere le misure, la gara. E se Cassano al 7′ ignorava Rossi e dribblava se stesso più che gli avversari, prima di calciare da vicino sul portiere, al 14′ Pepito si dimostrava altruista lanciando il barese a tu per tu con il portiere estone: tiro ribattuto, palla in angolo, sul quale si avventava ancora Rossi di testa costringendo al salvataggio sulla linea un difensore. Con gli estoni, battuti 2-1 all’andata, inesistenti in fase offensiva, la manovra italiana era votata alla fase propulsiva: e Rossi decollava. Al 19′ tirava da fuori costringendo Pareiko alla respinta, e al 21′ portava in vantaggio gli azzurri con una giocata tipica del suo repertorio: palla ricevuta in profondità (a dargliela era stato Cassano), due avversari evitati con un movimento d’anca e il pallone accarezzato dal sinistro, e con lo stesso piede botta in rete ad incrociare. Dieci minuti dopo, e nel frattempo Nocerino aveva rilevato l’infortunato Aquilani, l’attaccante ci riprovava: grande spunto e tiro da lontano, palla deviata dal portiere sul palo. Il raddoppio azzurro era però solo rinviato: con spirito di emulazione al 40′ infatti Cassano approfittava di un assist di Montolivo e al volo di destro da distanza ravvicinata metteva in gol. Se il primo tempo era stato un lungo monologo azzurro, illuminato dalla linearità della manovra e dagli estri di Rossi più che da quelli di Cassano, il pathos della ripresa era praticamente inesistente: due tiracci di Montolivo da lontano (entrambi alti), poi al 20′ l’ annunciata sostituzione di Cassano con Pazzini paradossalmente dava una minima scossa. Pirlo su punizione colpiva il palo e Nocerino da lontano sfiorava un gol che invece al 23′ realizzava Pazzini: assist a pallonetto di Montolivo, tiro secco e vincente sul primo palo dell’interista. Incapace peraltro di replicare qualche minuto dopo da posizione splendida, su cross di Balzaretti. Quando Prandelli al 34′ regalava la standing ovation a Rossi, sostituendolo con Giovinco, scattava la festa del Braglia: alla quale partecipava anche Buffon, chiamato alla prima parata della serata al 90′.