Referendum 2011, il voto all’estero alla Camera l’8 giugno. Interrogazione Di Biagio (Fli) e deputati Pd

ROMA – Garantire la legittima espressione del diritto di voto all’estero: questa la priorità per il Governo indicata nell’interrogazione presentata dal deputato Fli Aldo Di Biagio e sottoscritta dagli eletti all’estero del Pd, in merito alle criticità sorte nelle dinamiche di esercizio del diritto di voto degli connazionali in occasione del prossimo referendum. L’interrogazione, rivolta al Ministro Frattini, verrà discussa il prossimo 8 giugno.


«Ai sensi della normativa vigente anche gli italiani residenti all’estero ed iscritti all’aire, nonché gli italiani residenti temporaneamente all’estero possono partecipare alle consultazioni referendarie indette in Italia il 12 e 13 giugno p.v., esprimendo le proprie preferenze per corrispondenza; a partire dall’8 maggio ed entro il 29 maggio 2011 – si ricorda nella premessa – ciascuno degli elettori suindicati ha ricevuto presso il suo domicilio, da parte del Consolato italiano di riferimento, il plico elettorale contenente le schede e le istruzioni sulle modalità di voto; stando alla normativa di riferimento, le schede votate dagli italiani residenti all’estero pervenute ai Consolati entro le ore 16:00 del 9 giugno 2011 verranno poi trasmesse in Italia, dove avrà luogo lo scrutinio a cura dell’Ufficio Centrale per la Circoscrizione Estero istituito presso la Corte di Appello di Roma».


«In virtù delle criticità sorte in merito alla opportunità di sottoporre o meno il quesito n. 3 del pacchetto referendario in seguito all’approvazione del c.d. DL Omnibus (Legge n. 75/2011), – continua – in data 1 giugno l’ufficio elettorale della Corte di Cassazione ha stabilito che le modifiche apportate dal governo alle norme sul nucleare non precludono la celebrazione della consultazione popolare; nello specifico la Corte ha accolto una specifica istanza secondo la quale sarebbe stato opportuno trasferire i quesiti referendari sulle nuove norme relative al nucleare contenute nella legge 75/2011 con la conseguenza che la richiesta di abrogazione riguarderà le nuove norme sulla produzione di energia nucleare contenute nel provvedimento in particolare all’art. 5 commi 1 e 8 della citata legge; la suindicata riformulazione, sebbene si configuri come meramente formale, comporta inevitabilmente la ristampa delle schede apportanti il quesito n. 3 sottoposto ai cittadini italiani in Patria il 12 e 13 giugno p.v.».


«Come indicato in premessa, – prosegue Di Biagio – i cittadini italiani oltre confine hanno avuto modo già di esprimersi sul medesimo quesito, così come originariamente formulato, e l’ipotesi di riformulazione decretata dalla Cassazione che imporrebbe la ristampa delle schede anche per le consultazioni oltre confine non potrebbe avere luogo essendo i tempi piuttosto ristretti; l’attuale impasse operativa e la conseguente configurazione dei voti già espressi dai circa 4 milioni di italiani residenti oltre confine, potrebbe inevitabilmente compromettere la validità delle stesse preferenze già espresse e depositate presso le sedi consolari coinvolte».


«In data 1 giugno 2011 – si sottolinea – la Farnesina ha comunicato alla rete diplomatico- consolare oltre confine che – in attesa di direttive dal Ministero dell’interno – il procedimento finora «rimane invariato, pertanto l’elettore che non abbia ancora votato, qualora interessato, può esprimere il proprio voto anche sul quesito nucleare»; alle criticità suindicate, vanno ad aggiungersi refusi di natura amministrativa che stanno coinvolgendo la gestione dei plichi elettorali: infatti a causa di errori di archivio molte schede sono infatti state inviate alle donne italiane residenti oltre confine ed iscritte all’Aire indicando però il loro cognome da nubili, con la conseguenza che ad oggi sono migliaia i plichi mai recapitati o ritornati presso i consolati in considerazione del fatto che in Paesi come Germania, Belgio e Australia, le donne coniugate assumono il cognome del marito e dunque il domicilio indicato sui plichi non coincide con il nominativo corrispondente».


«La riformulazione del quesito sul nucleare all’estero – denuncia Di Biagio – che sarebbe impensabile visti i tempi unita al problema dei plichi mai recapitati, rischia di pregiudicare non solo un diritto imprescindibile per i nostri connazionali, ma anche di inficiare il risultato referendario, compromettendone il raggiungimento del quorum; sarebbe auspicabile, in ragione del carattere straordinario di quanto verificatosi in questi giorni sul versante della gestione del terzo quesito referendario, che venisse mantenuta – per ragioni di opportunità e di praticità – la formulazione originaria almeno oltre confine al fine di esorcizzare ogni possibile invalidamento delle legittime preferenze espresse dai nostri connazionali oltre confine».


Per questo, si chiede di sapere «quali iniziative a carattere urgente si intende predisporre al fine di garantire la legittima espressione del diritto di voto in capo ai nostri connazionali nell’ambito delle consultazioni referendarie di cui in premessa, eventualmente attraverso la salvaguardia delle preferenze già espresse e la rettifica degli errori di procedura maturati nelle dinamiche di trasmissione dei plichi elettorale presso i domicili dei connazionali residenti oltre confine».