Imprese: marchigiani alla ricerca dell’El Dorado venezuelano

CARACAS – L’incontro di ieri con i rappresentanti della Camera di Commercio Italo-Venezuelana, dell’Istituto per il Commercio Estero, dell’Ambasciata d’Italia e della ditta Land Concept è solo il primo degli appuntamenti in calendario per il gruppo di imprenditori e rappresentanti della Regione Marche, arrivati domenica a Caracas per una missione commerciale, tecnica ed istituzionale. La delegazione – sette imprenditori di pmi operanti nei settori della trasformazione alimentare, energie rinnovabili e impiantistica, accompagnati dai consiglieri regionali Raffaele Bucciarelli e Paolo Perazzoli, dal Sindaco di Ripatransone, Paolo D’Erasmo e dal dirigente della Regione Marche, Pietro Talarico – ripartirà per l’Italia l’11 giugno dopo aver conosciuto importanti realtà economiche del Venezuela ed incontrato imprenditori marchigiani che operano nel Paese.

Obiettivi della missione: comprendere la realtà del mercato venezuelano e analizzare le possibilità offerte dal Paese in termini di business, commercio e appalti. Ossia: come sfruttare le necessità del Venezuela soprattutto in termini di know-how ed infrastrutture. Oltre ad incontri BtoB con imprenditori ed associazioni di categoria locali, l’iniziativa prevede anche, nel corso di una specifica visita in programma domani, un momento di confronto con funzionari governativi per approfondire le opportunità offerte dalla zona della Fascia Petrolifera del Orinoco, la più importante riserva petrolifera del Venezuela, con particolare riferimento ai progetti di sviluppo agricolo della Fascia e alla possibilità per le aziende italiane di partecipare agli appalti nel settore agroalimentare.

La riunione preliminare

Ad aprire la riunione preliminare di ieri, svoltasi negli spazi della Cavenit, a Caracas, i padroni di casa: il presidente Giorgio Trevisi, responsabile delle Camere di commercio dell’area Acca (che comprende Colombia, Ecuador, Perù, Costa Rica, Nicaragua, Repubblica Domenicana); il segretario generale Jean Piero Cattabriga; il tesoriere Amedeo Di Lodovico. Sono poi intervenuti, a rappresentanza dell’Ice, Alfredo Giorgi, direttore, e Stefano Canatatore, trade analyst, mentre dall’Ambasciata è arrivato il Primo Segretario Paolo Mari, in veste di rappresentante commerciale della sede diplomatica. Infine Domingo Delfino, presidente italo-venezuelano di Land Concept, impresa specializzata nello sviluppo delle realtà europee nei mercati latinoamericani.

Cavenit ed Ice si sono presentati alla delegazione con il sussidio di video e schede esplicative. Per attirare e rassicurare i futuri investitori è stata illustrata la crescita costante della Camera di commercio: 811 imprese associate, 100 eventi nel 2010 a fronte dei 16 organizzati nel 2002, collegamenti con Università ed enti quali la Corporación Andina de Fomento (Caf): la più importante associazione latinoamericana nel settore delle infrastrutture. Si è cercato poi di limare dall’immaginario degli imprenditori l’aurea negativa che spesso accompagna in Venezuela. Al bando rischi e pericoli, si è parlato del Paese come un mercato dinamico dall’economia solvente e sicura, che ha sempre pagato puntualmente il suo debito estero e che prevede incentivi significativi per gli imprenditori stranieri (riduzione di Iva, Imposta sul reddito, Isr). Si sono evidenziati l’apertura del Venezuela ai mercati dell’emisfero, i 40 mila chilometri quadrati di terre coltivabili, la disponibilità di risorse naturali ed il clima che – dato interessante per le imprese vinicole – in certe zone permette due vendemmie annuali.

Potenzialità

Alle lunghe presentazioni i marchigiani hanno reagito con passività, desiderosi di spostare il discorso su un piano più concreto. In che settori penetrare? Quali le opportunità? Quali i rischi? Quali norme e formule finanziarie da seguire?

Il presidente Trevisi, parlando da imprenditore, sembra aver percepito le necessità degli ospiti ed ha accennato le difficoltà che incontrano i businessman stranieri nel Paese. Ha affermato, sì, che “il ritorno sugli investimenti in Venezuela è da capogiro” e che “i soldi ritornano in tasca dopo soli due anni”, a fronte del normale decennio, ma ha voluto precisare, ad esempio, che “l’Italia al contrario della Spagna non ha la protezione degli investimenti” e che la grande capacità di generazione elettrica del Paese si scontra con una insufficienza ed una instabilità nella fornitura che provoca disagi alle imprese, come ha testato in prima persona. Nonostante tutto, però, il Venezuela merita fiducia: non è ancora nel Mercosur ma firma accordi bilaterali importanti grazie ai quali, ad esempio, il mercato con il Brasile è cresciuto da 400 milioni a 6 miliardi di dollari, favorisce gli scambi tra paesi latinoamericani ed in fondo, ricorda Trevisi, “è ancora oggi il paese latinoamericano con il più alto tasso di imprenditori italiani”.

Nel suo intervento, Alfredo Giorgi ha commentato alcune schede basate su dati Istat, illustrando la bilancia commerciale del Venezuela (positiva: 104 miliardi di dollari a fronte di un export da 65) e delle Marche, oltre agli scambi tra i due.
– Nel 2010 le esportazioni di prodotti marchigiani in Venezula si aggiravano intorno agli 11 milioni di euro – ha spiegato il direttore dell’Ice -, soprattutto macchinari ed attrezzature, prodotti in metallo, apparecchiature elettriche, mobili. Ma possiamo fare di più, se pensiamo che nel 2001 l’export superava i 23 milioni di euro ed oggi solo il 3% del nostro export è destinato all’America latina.

Nonostante le costanti flessioni accertate dall’Istat, l’Ice trova forza negli ultimi dati bimestrali che registrano un incremento dell’export di 16 punti percentuali. Inoltre, il consigliere regionale Bucciarelli ha sottolineato che la Regione Marche è prima in Italia e tra le prime in Europa nel settore della manifattura. “Una persona su dieci ha un’impresa” ha specificato. Buone notizie anche per quanto riguarda i macchinari oleari marchigiani, il 70% di quelli esistenti a livello mondiale.
Una Regione piena di risorse, quindi. Come farle fruttare?

Cogliere le opportunità

Al di là delle parole, insomma, gli imprenditori sono desiderosi di sapere come fare business, come trasformare i progetti in affari.

Paolo Perazzoli, già membro della missione Marche 2010, lamenta che le iniziative organizzate l’anno scorso con la Regione non abbiano avuto un seguito regolare, rischiando di trasformarsi in puntuale “turismo”. Perchè questo non accada più bisognerebbe, secondo Perazzoli, favorire le relazioni umane, da consolidarsi attraverso una continuità di rapporti e la creazione di imprese dove compartecipino operatori italiani e venezuelani. Per Giorgi invece il segreto è collegare sempre eventi e prodotti alla cultura ed al territorio italiani, per dare valore aggiunto, e promuovere, in collaborazione con distretti industriali, realtà accademiche e Regioni, la formazione dei più giovani con la speranza che conoscano e poi promuovino il made in Italy nei loro rispettivi Paesi. In questo modo si potrebbero rilanciare eccellenze marchigiane oggi in declino, come il settore delle calzature e la ristorazione. Paolo Mari, Primo Segretario dell’Ambasciata d’Italia, ha infine ricordato l’importanza di uno “stretto raccordo con la Farnesina che da qualche anno si pone come interlocutore importante per i collegamenti con gli enti locali e la promozione verso l’estero”.

La parte finale della riunione è stata dominata da Domingo Delfino. Il presidente di Land Concept, impresa che recentemente si sta muovendo a livello regionale, ha sottolineato l’importanza di costruire l’architettura finanziaria dei progetti, quando ci si relaziona con una realtà che parla un “linguaggio economico” diverso dal nostro.

Formule finanziarie adeguate che garantiscano di non disperdere i finanziamenti e le tante opportunità offerte dal Paese, come già successo in passato con progetti che con questa missione 2011 si cercherà di rilanciare. In fondo, come l’Italia ha bisogno di esportare in Venezuela, il Venezuela ha bisogno di importare dall’Italia.
Con espropriazioni che spesso “hanno reso felici più gli espropriati che gli espropriatori”, come garantiscono Ice e Cavenit, il Paese si è ritrovato con ‘colossi’ economici da gestire, del calibro delle catene Cada e Exito. Oggi per portare avanti i propositi di Pdval, Mercal, Bicentenario in campo alimentare, il Governo ha bisogno di attrezzature per assicurare su larga scala produzione, trasformazione, distribuzione e conservazione dei prodotti. Necessita quindi di tecnologia avanzata, know-how e macchinari di refrigerazione, per non rischiare di bissare la brutta esperienza dell’estate 2010, quando si aumentò l’import per soddisfare le esigenze alimentari senza però avere i necessari strumenti logistici e distributivi e, alla fine, si dispersero tonnellate di cibo.

Saprà la Regione Marche rispondere a questo bisogno e contribuire, con giustizia, alla crescita di questo Venezuela che strabocca di opportunità?


Monica Vistali