Scattano le manette per Lele Mora “Bancarotta da 8,5 mln di euro”

MILANO – Il manager dei vip Lele Mora è stato arrestato ieri sera a Milano. Il provvedimento restrittivo nell’ambito dell’inchiesta condotta a Milano dal pm Eugenio Fusco per bancarotta delle sue società. L’agente dei vip, già al centro del caso Ruby che lo vede sotto processo insieme a Emilio Fede, per il presunto giro di prostituzione minorile nei festini del premier Silvio Berlusconi, è ora accusato di una bancarotta da 8,5 milioni. ll Tribunale di Milano l’11 Aprile 2011 aveva già emesso una sentenza di fallimento a suo carico.
Secondo il gip di Milano, Mora avrebbe cercato di nascondere soldi in Svizzera e anche per questo c’era il pericolo che si desse alla fuga. Oltre al pericolo di espatrio, il gip sottolinea l’esistenza di un inquinamento probatorio definito ‘’di rilevante intensità’’. Da qui la richiesta dell’arresto dell’impresario.


“Sono molto dispiaciuto come lo dovrebbero esere alcune centinaia di persone che a lui devono molto”. Così il direttore del Tg4 Emilio Fede commenta l’arresto di Lele Mora “grande manager che ha fatto la fortuna di tante persone”.


In merito all’accusa di bancarotta fraudolenta, secondo Fede “non si può dire che Mora si sia arricchito. Negli ultimi tempi, sebbene molto malato, lavorara intensamente e se dovessi considerare le corse che faceva in giro per l’Italia con le cifre modestissime che prendeva, tirando le somme mi viene da pensare che poi, tutta questa grande fortuna nascosta non l’abbia mai avuta”. Quanto poi al pericolo di fuga “lui – ha osservato Fede – ha una casa a Lugano dove viveva. Se avesse temuto qualcosa sarebbe rimasto a Lugano a godersi il lago”.


P4, tra gli indagati anche l’ad delle Ferrovie Mauro Moretti


NAPOLI – Si allarga in fronte dell’inchiesta sulla presunta rete illegale di Luigi Bisignani, ai domiciliari per favoreggiamento e rivelazione di notizie coperte da segreto nell’ambito dell’inchiesta sulla P4.


Ieri sera è trapelato che l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti sarebbe iscritto nel registro degli indagati nell’indagine che vede coinvolto anche il deputato del Pdl Alfonso Papa. I magistrati Francesco Curcio e Henry John Woodcock contesterebbero all’ad di Ferrovie dello Stato il reato di favoreggiamento personale, articolo 378 del codice penale. Moretti entra nell’inchiesta a seguito di una denuncia che l’imprenditore Arcangelo De Martino, coinvolto nell’inchiesta P3, intendeva presentare per presunti illeciti a suo danno commessi da persone di Trenitalia legate all’ad, denuncia poi bloccata dall’intervento di Papa.


Moretti, hanno fatto sapere i pm, interrogato, ha ammesso di conoscere sia Bisignani che Papa, ma le motivazioni del contatto con l’esponente del Pdl da lui riferite non hanno convinto gli inquirenti.
Per quanto riguarda la cronaca della giornata di ieri, è durato circa un’ora e mezza, al Palazzo di Giustizia di Napoli, l’interrogatorio di garanzia di Bisignani. “Riteniamo che sia stato un interrogatorio molto proficuo – ha commentato l’avvocato Gianpiero Pirolo – e penso che abbiamo continuato nella volontà di aiutare gli organi inquirenti a fare chiarezza sui fatti che vengono contestati e sul loro contesto”. Come riferito dal legale, Bisignani ha risposto agli inquirenti e anche a nuove domande relative all’ordinanza di custodia ai domiciliari. Nei prossimi giorni, ha riferito Pirolo, la difesa presenterà istanza di revoca dei domiciliari al gip e un eventuale ricorso al Tribunale del Riesame.


Intanto prova a chiarire il significato delle sue parole il ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo che in un colloquio con l’imprenditore aveva detto che: “Se escono le intercettazioni con me, mi rovini”. La mia preoccupazione per le intercettazioni con Luigi Bisignani era solo una battuta ironica, spiega il titolare dell’Ambiente. “Sono stata sentita dai magistrati Woodcock e Curcio nell’ambito dell’inchiesta relativa a Bisignani esclusivamente quale testimone di un episodio avvenuto nel dicembre del 2010, durante il quale Bisignani mi informò di essere intercettato – ha spiegato il ministro in una nota – L’interesse dei Pm era quello di avere confermata la circostanza e se io fossi stata in qualche modo a conoscenza di come Bisignani avesse avuto tale informazione, cosa che ignoravo”.


A proposito delle sue parole, la Prestigiacomo sottolinea di aver manifestato “in senso ironico preoccupazione per l’essere stata eventualmente, anche se solo indirettamente, intercettata perché tutto può essere strumentalizzato”.