Alonso: “Remontada? Più facile andare a Santiago”

VALENCIA – Più agevole il duro percorso del pellegrino che acchiappare Vettel e l’irraggiungibile Red Bull. Suona quasi come una resa, ed è stupefacente se a proclamarla è uno dei piloti più forti della storia della Formula 1 e la macchina di cui dispone si chiama Ferrari, la più celebrata e titolata di tutti i tempi. Ma la situazione è durissima ed Alonso ne è perfettamente consapevole: “E’ più facile che riesca a fare il cammino per Santiago che la rimonta nel Mondiale”.


Il campione asturiano l’ha messa giù così la propria sensazione di impotenza, anche se i tifosi sperano che da Valencia parta la svolta: più facile fare a piedi (o magari in bicicletta) il lunghissimo percorso che fin dal Medioevo i pellegrini percorrono da tutte le Nazioni verso il Santuario galiziano piuttosto che recuperare 92 punti al leader del mondiale. Certo ci sono ancora 12 gare da disputare.


“Ma per la ‘remontada’ bisogna avere la migliore macchina – spiega Alonso – Se ce l’hai puoi vincere il titolo. Ma se sei quinto o sesto, come normalmente siamo in qualifica, è molto difficile di fronte al passo degli altri. Certo noi siamo la Ferrari e il nostro obiettivo deve essere vincere tutte le gare. Ma dobbiamo rispettare anche gli avversari e capire che in certi luoghi non possiamo farlo”.


Basti ricordare che su sette gare, Vettel ne ha vinte cinque e in due è arrivato ‘solo’ secondo. Più facile, dunque, mettersi in marcia verso il Santuario: “Ne ho parlato varie volte con alcuni amici di fare il cammino, almeno da Oviedo, perché non c’é tanta distanza (343 km, ndr) . E in bicicletta non richiederebbe più di sei giorni. Vediamo se ad agosto avrò abbastanza tempo libero”.


C’é la novità, dal prossimo Gp di Silverstone, dell’abolizione dei diffusori alimentati dai gas di scarico caldi, aria mescolata a benzina. E’ uno svantaggio per la Red Bull? “Magari. Ma credo che non cambierà il quadro in maniera importante. Anche in Canada avevano almeno due decimi di vantaggio in qualifica e poi in gara di nove-dieci decimi. E’ stata la più veloce sul bagnato. E’ stata superiore. Dominante. Non siamo disperati al punto di non pensare a una pole e a una vittoria. Ci proviamo, ma sapendo quanto sono veloci i nostri avversari”.


Non c’é solo questo, quest’anno. C’é anche la sfortuna: “Al momento è difficile vincere una gara. Non c’é dubbio che a Monaco e in Canada potevamo farlo. E’ un fatto, non un sogno, eravamo lì. Ma non basta essere competitivi, occorre essere fortunati, magari trovarsi al posto giusto nel momento giusto dietro a una safety car. Non è stato mai così, ad esempio in Canada, con tutta quella pioggia, le bandiere rosse, quella corsa pazza”.


Ma qui è Spagna, casa sua: “Fino a 18 anni non ho mai visto una gara di F1 in tv, non le davano. Ora grazie a me e ad altri piloti, così come le moto, è molto seguita. Sento il sostegno. Qui a Valencia ho firmato il contratto con la Ferrari e ho debuttato ai Ferrari Days. Ho fatto anche bei risultati in pista, e ho un legame forte con questa città, correvo con un team valenciano in Formula Nissan e F3000. Ma poi in gara ho avuto un incidente con Nakajima nel 2008, sesto nel 2009, il pasticcio della safety cara l’anno scorso. Quest’anno spero nel podio”. Un pò poco, per la ‘remontada’.