Anm: intercettazioni non sono una priorità

ROMA -Basta strumentalizzazioni da parte della politica sulle intercettazioni. Lo afferma senza mezzi termini l’Associazione nazionale magistrati dicendo chiaramente che «è inaccettabile che le intercettazioni siano una priorità».


Il sindacato delle toghe, che ha riunito il parlamentino dell’Anm per decidere sul caso di Alfonso Papa, tramite il suo presidente Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini ricorda la disponibilità a discutere sul capitolo intercettazioni e soprattutto, per dirla con Palamara, «sulla necessità di regolare meglio la diffusione delle intercettazioni non rilevanti» a patto che non ci siano più strumentalizzazioni sul tema.


– Al momento – ribadisce Palamara – la priorità è quella di mettere mano alla drammatica situazione in cui versano gli uffici giudiziari. Di riforma epocale non si dovrà più parlare perché molti uffici chiuderanno.


Palamara, pensando al dibattito che si è scatenato in materia di intercettazioni in relazione all’inchiesta sulla P4, trova «singolare che anziché preoccuparsi dei contenuti la politica si preoccupi di modificare la disciplina delle intercettazioni».


– Non vorrei – lamenta ancora – che ci dovessimo preoccupare della pagliuzza anziché considerare la trave .


Riferendosi all’inchiesta sulla P4, Palamara rileva che «i fatti che stanno emergendo sono gravi e mi sembra singolare che ancora una volta si strumentalizzino le indagini penali e si rilancino temi che poco hanno a che vedere con le riforme urgenti della giustizia».


Ricorda ancora Palamara: «In più occasioni abbiamo espresso la necessità di selezionare il materiale e di stralciare quello irrilevante ma in questo momento penso debba prevalere tutto quello che sta emergendo». Insomma, sintetizza, «la valutazione e la rilevanza delle intercettazioni devono essere stabilite da un giudice, non dalla politica né da un ministro».


Sulla stessa lunghezza d’onda, il segretario generale dell’Anm Giuseppe Cascini. Che rileva:


– Ogni volta che ci sono indagini giudiziarie dalle quali emergono comportamenti discutibili da parte di chi detiene il potere, la politica commette l’errore di non occuparsi delle vicende che escono dalle inchieste ma dello strumento attraverso cui emergono, preoccupandosi soltanto di fare in modo che queste cose non vengano fuori.


Cascini ribadisce l’impegno dell’Anm a studiare «un intervento che regoli lo strumento delle intercettazioni non rilevanti ben consapevoli – dice – che sarebbe pericoloso limitare il sistema delle intercettazioni come pure qualunque intervento che limiti la libertà di stampa».


Sulla questione interviene di nuovo anche il Pdl.


– Le intercettazioni sono strumento d’indagine essenziale per la ‘cassetta degli attrezzi’ degli inquirenti che, come ogni strumento, non riesce ad essere migliore del peggiore dei suoi utilizzatori – afferma Anna Maria Bernini, portavoce vicario del Pdl – Da ciò, la naturale esigenza di garantirne l’uso entro i confini democratici tracciati dalla Costituzione e dalla legge a garanzia dei diritti di libertà di tutti.