Caso Milanese, Bersani attacca la maggioranza: «Via tutti»

ROMA – Non è a cuor leggero che l’opposizione chiede un passo indietro del ministro dell’Economia Giulio Tremonti per i suoi rapporti non chiari con l’ex collaboratore Marco Milanese. Non tanto per stima verso il ministro, criticato da ultimo per una manovra ”contro i deboli”, quanto per le conseguenze sui mercati. Un allarme che Pier Luigi Bersani lancia, chiedendo al tempo stesso le dimissioni di tutto il governo.


– Segnalo una preoccupazione seria – ha detto -. Credo che tra il marasma evidente nel governo e una manovra che lascia l’interrogativo rilevantissimo sulle reali prospettive di stabilità, l’Italia in queste ore stia rischiando”. Nel Pd c’è preoccupazione per le conseguenze che una vacatio al ministero di via XX Settembre potrebbe avere sui mercati internazionali e sulla situazione del debito italiano. Per ciò sul fronte economico il vicesegretario del Pd Enrico Letta sostiene che ”è il momento della massima responsabilità” e che il Pd farà la sua parte ”per correggere in Parlamento una manovra chiaramente sbilanciata e iniqua”.


Un impegno che però non può frenare l’attacco di fronte al nuovo caso politico che ha travolto la maggioranza perchè, afferma sarcastico Francesco Rutelli, ”è un caso politico grande come una casa”. Idv e Api chiamano in Parlamento il ministro dell’Economia per chiarire ”i suoi rapporti con Marco Milanese, su quanto avviene nella Guardia di Finanza, e soprattutto per spiegare perchè usufruiva di un immobile affittato dal parlamentare per cui è stato chiesto l’arresto”.


Per Bersani la situazione della maggioranza è molto più compromessa e va al di là della cronaca.


– Non è una questione di aggiustare la situazione con un ministro – ha commentato -. Non si può continuare con questo telefilm. A questo punto chiediamo che se ne vada il governo e il governo ha dentro Berlusconi, Tremonti, Brunetta, Calderoli e tutta una serie di ministri.


E non meno scoraggiato appare il presidente di Italia Futura Luca Cordero di Montezemolo che scopre che ”non c’è mai limite al peggio, con la politica nel suo complesso che sta offrendo uno spettacolo indecoroso”.


La casa del ministro dell’Economia, pagata dal suo collaboratore, alza la palla a Fli per saldare conti aperti.


– L’estate scorsa – ricorda Generazione Italia – per la vicenda della casa di Montecarlo per il presidente della Camera sono scattate le richieste di dimissioni. E per Tremonti perchè no? In merito chiederemo lumi a Scajola…


Anche se dentro Futuro e Libertà l’annuncio di addio nel 2013 da parte di Berlusconi apre la strada per un ritorno nel centrodestra. Bocchino vede ”la possibilità di una nuova convergenza delle forze moderate e riformiste”, una ricomposizione che molti, in Fli auspicano: alcuni, come Raisi e Di Biagio, mantenendo la cautela, altri, come Urso che ieri era alla festa del Pdl a Mirabello, con più convinzione.