Lunedì di passione per Piazza Affari

MILANO – E’ l’11/09 dei bond, dicono con umorismo nero gli operatori: lo spread tra Btp e Bund schizza al suo record storico e Piazza Affari sprofonda chiudendo sui minimi dell’anno con il Ftse Mib in ribasso del 3,96% a 18.295 punti. Di certo si tratta di una nuova giornata nera per la Borsa sulla quale niente ha potuto il provvedimento della Consob sulle vendite allo scoperto. Con il calo si sono volatilizzati 16 miliardi di capitalizzazione, una buona quota dei 77 miliardi persi dalle borse europee che comunque hanno avvertito le tensioni del mercato. A sprofondare sono stati soprattutto i titoli bancari.


L’Italia è nel mirino della speculazione sui timori che la crisi del debito si diffonda nel Paese, sulle attese per l’approvazione della manovra e non ultimo secondo alcuni potrebbe aver pesato anche la recente sentenza sul Lodo Mondadori, che farebbe apparire la leadership di Berlusconi ulteriormente indebolita. Non è sola, la tensione resta alta anche su Atene e Madrid, che perdono rispettivamente il 2,58 e il 2,69%. In serata anche Wall Streat registra cali superiori all’1% con il Dow Jones in calo dell’1,20 e il Nasdaq, con una flessione del 2%. Ma certo il Belpaese perde di più.
– L’Italia non fallirà mai perché é un Paese ricco – commenta Lorenzo Bini Smaghi, membro del Comitato esecutivo della Bce lasciando un messaggio che chissà se alla riapertura i mercati ascolteranno considerando che ieri non sono servite le rassicurazioni di Angela Merkel, la consigliera tedesca che si è detta ‘’fiduciosa’’ sul fatto che l’Italia riesca a realizzare le riforme necessarie per ristabilire la fiducia nella zona euro.


Sull’andamento della seduta, che in grand parte ricalca il film visto il 24 giugno e l’8 luglio, è la stessa Commissione di via Martini, attraverso un suo portavoce, a rilevare che ‘’ad una prima analisi l’impressione è che non si tratti di vendite allo scoperto, ma di vendite effettive’’. Gli operatori puntano invece il dito contro derivati e in particolare sui ‘credit default swap’, gli strumenti con i quali gli investitori si assicurano contro l’insolvenza di un paese che, secondo alcuni andrebbero bloccati.


I timori per la crisi del debito ha pesato anche sui cambi con l’euro tornato sotto quota 1,41 dollari. Lo spread del Btp italiano sul Bund tedesco è arrivato al record di 305 punti, partendo dai 245 punti di venerdì scorso. Sotto pressione anche i titoli decennali di Grecia (1.435), Portogallo (1.071), Irlanda (1.055) e Spagna (337).
– Sui mercati la crisi dei debiti sovrani si è allargata ai titoli bancari. C’é un contagio diretto – ha sottolineato Bini Smaghi. E infatti a pagare le immediate conseguenze del rischio Paese in Borsa sono stati i titoli delle banche che nei loro portafogli hanno grandi quantità di Titoli di Stato Italiani. Inoltre, secondo il banchiere fiorentino, gli istituti italiani hanno “una bassa capitalizzazione rispetto ai competitor stranieri”. Questi fattori rappresentano “una fragilità del sistema” e per questa ragione “il processo di ricapitalizzazione delle banche deve essere portato avanti”.


Intesa Sanpaolo e Unicredit, sono state le più colpite, con perdite che nel corso della seduta hanno toccato il 9 e il 10%, retrocedendo ai minimi dal 2009. Intesa Sanpaolo ha lasciato sul terreno a fine seduta il 7,74% retrocedendo ai minimi da ottobre 2009, Unicredit il 6,33% retrocedendo sui livelli di marzo 2009. Tonfo anche per Bpm (-6,39%), Mediobanca (-4,28%), Mps (-4,48%) e Banco Popolare (-3,52%)

BORSE


Italia e Spagna nel mirino. Banche sotto pressione


MILANO – L’Italia e la Spagna sono nel mirino: il mercato ha già dato il suo giudizio sicuro che la crisi del debito sia prossima a contagiare i due Paesi. Piazza Affari si aggiudica la maglia nera in Europa con lo spread fra il Btp e il Bund che si è allargato al record storico di 300 punti, sempre più vicino allo spread dei titoli di stato spagnoli la cui forchetta si è allargata a 337 punti base.


Banche e assicurazioni portano l’indice guida dell’area euro ai minimi delle ultime sette settimane. L’indice Stoxx Europe 600 ha perso l’1,4 per cento.
– Quello che stiamo vedendo è il risultato di paesi occidentali che per vent’anni hanno vissuto sopra i propri mezzi – commenta un gestore.


Non è stata una giornata facile su nessun mercato per i bancari (2,87%) con Commerzbank maglia nera in Europa in calo dell’8,64%, Dexia -8,04%, Efg -7,91%, Intesa Sanpaolo -7,74%, Unicredit -6,3%, Bnp Paribas -6,75% e SocGen -5,70 per cento. A pesare il giudizio negativo di Cheuvreux secondo i cui analisti nel secondo trimestre l’utile netto delle 31 maggiori banche europee scenderà del 19 per cento rispetto al primo trimestre. Pesanti anche gli assicurativi (Stoxx 600 -3,7%, il più grande calo in 14 mesi). Ageas (ex Fortis) ha perso il 9,4%, il livello più basso dall’aprile 2009. Allianz è scesa del 4,1% e Ing del 7,3 per cento.
Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse europee. – Londra -1,03% – Parigi -2,71% – Francoforte -2,33% – Madrid -2,69% – Milano -3,96% – Amsterdam -1,85% – Stoccolma -1,53% – Zurigo -1,62% – Atene -3,48%.