10 anni fa moriva Montanelli, l’ultimo inviato d’assalto

ROMA – Moriva 10 anni fa, alle 17,30 del 22 luglio 2001 nella clinica Madonnina di Milano, Indro Montanelli, il decano del giornalismo italiano.
– La mia vita professionale è la mia vita, tout court – disse l’ultimo vero inviato d’assalto il giorno del suo ottantesimo compleanno. Ed è stato proprio così.


Dopo aver conseguito due lauree, in giurisprudenza e scienze politiche, Montanelli emigra in Francia, dove viene assunto a Paris soir. Nel 1935, poco più che ventenne, si arruola nel ventesimo battaglione eritreo. Grazie al diario ‘Ventesimo battaglione eritreo’ ottiene dal direttore del Corriere Aldo Borelli la promessa di un contratto. Intanto va in Spagna per il Messaggero, dove scrive contro il regime. Il fascismo romano ne ordina il rimpatrio, lo espelle dal partito e dall’albo professionale. Va a dirigere l’Istituto italiano di cultura in Estonia per un anno.


Tornato in Italia, riceve la tessera di giornalista, ma rifiuta di richiedere quella del Partito fascista. Nel 1938 entra al Corriere, dove resterà per 40 anni. In Germania segue l’avanzata del Terzo Reich e parla con Hitler in persona. A Roma, finisce in prigione per antifascismo e viene condannato a morte, ma scampa miracolosamente alla fucilazione. La prigionia gli suggerisce ‘Il generale Della Rovere’, che tradotto in film riceve il Leone d’oro a Venezia.


Finita la guerra, viene reintegrato al Corriere come inviato. Nel 1974 fonda il ‘Giornale nuovo’, poi divenuto il Giornale. Nel 1977 i terroristi delle brigate rosse gli sparano gambizzandolo. L’anno successivo la Fininvest acquista circa il 30% delle quote del Giornale. Tra l’80 e l’81 il gruppo acquisisce la maggioranza della Società Europea Edizioni, che pubblica appunto il quotidiano. Nell’87 la quota azionaria di Berlusconi passa dal 37,5 al 70%. Nel ‘91 la Fininvest detiene l’86,62% della proprietà, quota che scende al 36% nel ‘92, quando il controllo passa alla Editoria Arcus di Paolo Berlusconi.


La situazione precipita con la ‘’scesa in campo’’ del Cavaliere. Il quale però lo difende dagli attacchi di Emilio Fede, che suggerisce il suo allontanamento per aver sposato la causa di Mario Segni.
– Montanelli ha la mia piena fiducia – dice Berlusconi l’8 gennaio 1994.
Ma l’11 gennaio, dopo 20 anni, Montanelli lascia il suo Giornale. Sigla l’accordo per la direzione di un nuovo quotidiano, La Voce, che però non ha lunga vita. Continua, comunque, a far sentire la sua ‘voce’: con i suoi editoriali su Tmc e dalle pagine del Corriere, che gli riserva una ‘Stanza’ per dialogare con i lettori.
Scrittore prolifico, tra i suoi libri sono da ricordare ‘Storia di Roma’ (Bur) e ‘Storia d’Italia’, insieme a Mario Cervi e Roberto Gervaso: una collana di 22 volumi a cura di Sergio Romano. Oltre a ‘Ve lo avevo detto – Berlusconi visto da chi lo conosceva bene’ (Rizzoli); ‘I conti con me stesso. I diari 1957-1978’ (Rizzoli); e ‘La mia eredità sono io. Pagine da un secolo’ (Bur Biblioteca Univ. Rizzoli).