Ferretti: “Non difenderemo la Circoscrizione Estero”

ROMA – Sorprendente la tesi esposta da Gian Luigi Ferretti, del Comitato di Presidenza del Cgie, nell’editoriale de “l’Italiano” di cui è direttore.

Dopo aver ricordato che abolire la circoscrizione Estero non significa togliere il diritto di voto che gli italiani nel mondo hanno sempre avuto (con le modifiche costituzionali di Tremaglia “invece di lasciare lavoro e famiglia e salire su un aereo per andare a votare in Italia lo possono fare tranquillamente da casa propria”) Ferretti sostiene che “la grande conquista è stata il voto per corrispondenza. La circoscrizione Estero non è che una sovrastruttura, che può essere modificata, sostituita, eliminata. L’importante è che gli italiani nel mondo possano: votare comodamente senza dovere viaggiare per andare in Italia o ad un Consolato distante centinaia di chilometri; eleggere i propri rappresentanti”.

Ferretti non si chiede come facciano ad eleggere i propri rappresentanti se non c’è più la circoscrizione Estero. Si sofferma invece sul fatto che oggi “può essere eletto solo ed esclusivamente chi risiede all’estero”, mentre “non può nemmeno osare di candidarsi un altro che da tanti anni si occupa e preoccupa dei connazionali all’estero”.

“Noi no, noi non andremo in trincea per difendere la Circoscrizione estero – prosegue – ma per difendere il voto per corrispondenza ed un congruo numero di deputati e senatori eletti dagli elettori all’estero. Oggi non è congruo. In Italia ci sono 55,5 milioni di cittadini italiani che eleggono 618 deputati (un deputato ogni 89.800 abitanti) e 309 senatori (un senatore ogni 179.600 abitanti). Fuori d’Italia vivono 4,5 milioni di cittadini che eleggono 12 deputati (uno ogni 375.000 abitanti) e 6 senatori (uno ogni 750.000 abitanti)”.
“La riforma Calderoli – conclude Ferretti – riduce a 250 senatori e 250 deputati? Sarebbero un deputato ed un senatore ogni 240.000 abitanti dei 60 milioni totali (Italia + estero). Fatevi i conti. Agli italiani nel mondo spetterebbero 38 parlamentari, 19 senatori e 19 deputati”.

Che paradosso! Se si abolisse la circoscrizione Estero, pur consentendo agli italiani all’estero di votare per corrispondenza, i loro voti non potrebbero che riversarsi sui collegi dei comuni italiani in cui risultano iscritti e quindi contribuire all’elezione non già dei loro diretti rappresentanti ma di candidati italiani. Potrebbero solo sperare nell’inserimento, tra questi candidati, di cittadini italiani residenti all’estero o di chi, pur residente in Italia, da tanti anni – come dice Ferretti – “si occupa e preoccupa dei connazionali all’estero”.