Ok alle missioni di pace, via libera anche dalla Lega

ROMA – Il Senato ha approvato ieri mattina con 269 voti a favore, 12 contrari (tutti dell’Idv) e un solo astenuto, il decreto che rifinanzia fino alla fine dell’anno le missioni di pace all’estero. Il decreto passa all’esame della Camera non senza qualche intoppo dovuto alle fibrillazioni, fino all’ultimo momento, del Pd. Viste le prese di posizione di alcuni esponenti di spicco della Lega come il ministro Roberto Calderoli e il viceministro Roberto Castelli, che aveva annunciato il voto contrario al decreto, tutti si aspettavano problemi all’interno della maggioranza con un sì sofferto del Carroccio.


E invece si è avuta una spaccatura nel Pd con una sospensione dei lavori dell’Aula per consentire ai senatori democratici di convocarsi, poco prima del voto finale, per trovare una posizione comune in favore del decreto mal digerito da almeno una quindicina di senatori. Anche se in Aula, a nome del gruppo, il senatore del Pd Giampiero Scanu aveva annunciato il voto favorevole.


La presidente Anna Finocchiaro ha dovuto così riunire d’urgenza i suoi in modo da tentare una ricomposizione del dissenso non in Aula ma in una riunione di gruppo. Al termine della riunione a porte chiuse è passata la linea del sì all’unanimità da parte del Pd.
– Siamo tutti vincolati a votare il decreto – dice Marco Follini annunciando l’intesa che imbarca – pur con molta sofferenza – anche i senatori dissenzienti tra cui Vincenzo Vita ed altri esponenti della sinistra del Pd, gli Ecodem, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante, e Roberto Di Giovan Paolo. Assente Ignazio Marino che aveva già annunciato nei giorni scorsi il suo voto contrario.
– Alcuni di noi – riferisce Vita – hanno espresso opinioni diversificate che però non si esprimeranno in Aula.


Secondo quanto si è appreso nel corso della breve ma concitata riunione è che è stato chiesto ai dissidenti di far valere ‘’un voto politico rispetto a un voto di coscienza’’ vista l’importanza delle missioni di pace all’estero e soprattutto dopo la disponibilità del governo ad accogliere la richiesta del Pd di un aumento dei fondi per la cooperazione in Afghanistan.


Sul versante della Lega, invece, a parte l’assenza preannunciata del viceministro Castelli, i lumbard hanno votato compatti rivendicando con il capogruppo Federico Bricolo una modifica del decreto con il ‘’ridimensionamento sia in termini di costi che di uomini nei diversi scenari’’. I leghisti hanno rivendicato in Aula in particolare ‘’il rientro di oltre 2 mila nostri soldati e il risparmio di 150 milioni di euro’’. Il Carroccio ha espresso soddisfazione anche sulla missione in Libia ‘’che sarà finanziata ancora solo per i prossimi due mesi’’.


Una volta incassato il sì del Senato, il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, presente a Palazzo Madama, ha espresso soddisfazione nel vedere che il Senato ha votato ‘’con un’ampissima maggioranza, con la sola eccezione del partito di Di Pietro’’.
– Il Senato – ha concluso La Russa – ha certificato la vicinanza ai nostri soldati nel giorno in cui piangiamo la scomparsa di David Tobini.