Bersani: «Non temiamo la macchina del fango»

ROMA – ‘’Lo dico alle macchine del fango che iniziano a girare: se sperano di intimorirci si sbagliano di grosso’’. E’ agguerrito, Pier Luigi Bersani. E fa partire le prime querele verso chi ‘’aggredisce’’ e ‘’calunnia’’ il Partito democratico. Perchè di fronte alle inchieste che hanno coinvolto esponenti democrat, il segretario rivendica di aver agito tempestivamente, invocando passi indietro. Ma il rigore che si chiede al Pd deve valere anche per gli altri. E lui non permetterà, avverte, che in nome della ‘’questione morale’’ si getti ‘’fango’’ sul suo partito. Sono gli articoli de ‘Il Giornale’ e ‘Libero’ ad aver mandato su tutte le furie Bersani.

Il quotidiano della famiglia Berlusconi definisce in prima pagina i democrat ‘’diversamente ladri’’. E quando un cronista glielo fa notare, il segretario esplode:
– Le critiche le accettiamo, le aggressioni no, le calunnie no, il fango no.


Le querele alla volta dei due giornali partono ieri in serata. Ma Bersani ha in mente qualcosa di più:
– Sto facendo studiare la possibilità di fare una class action da parte di tutti gli iscritti al Pd. Perchè se il Pd viene paragonato alla ‘ndrangheta, è un insulto per ciascuno dei suoi componenti.


Il suo partito, rivendica il segretario, ‘’è totalmente estraneo a tutte le vicende di cronaca di cui si parla’’. E comunque, fermo restando che il Pd non vanta superiorità ‘’genetiche o antropologiche’’, le sue contromosse le ha prese. Filippo Penati ha avuto ‘’la correttezza di fare un passo indietro necessario’’. Mentre per Alberto Tedesco il Pd ha votato a favore dell’arresto. Certo nel caso Tedesco, ammette Bersani, ‘’ci sono stati degli errori’’ sulla gestione dell’arrivo del politico, già indagato, a Palazzo Madama, al posto di Paolo De Castro. Ma, ci tiene a puntualizzare il segretario, lui all’epoca non aveva ‘’nessuna responsabilità’’.


Ad ogni modo, se le inchieste ‘’turbano’’, il Pd non si farà ‘’chiudere la bocca su quello che accade altrove’’, avverte. Altrove, nel Pdl, accade ad esempio che sulla vicenda dell’affitto della casa di Marco Milanese, che coinvolge il ministro Giulio Tremonti, ci sia stato ‘’un silenzio tombale’’ (‘’nemmeno un editorialino’’), quando invece la vicenda meriterebbe chiarimenti:
– Aspetto anche io, come tutti.


L’invettiva e il contrattacco di Bersani suonano la carica nel partito.
– La sua reazione è quella di tutto il Pd – dice Enrico Letta.


Respingeremo con forza gli attacchi, promette Dario Franceschini.
– Non è sopportabile – sottolinea Anna Finocchiaro, che si voglia far passare il messaggio per cui ‘’tutti i gatti sono grigi’’.
– Non ci nascondiamo dietro un finto garantismo e ai magistrati abbiamo già detto di fare il proprio mestiere. Noi faremo il nostro: respingere il tentativo di delegittimare tutta la politica proprio mentre il berlusconismo si avvia a conclusione – afferma Rosy Bindi.
– Il fango ricade su quelli che lo generano – chiosa Beppe Fioroni.


Ma dal Pdl arrivano dure repliche e si continua a incalzare Bersani. Perchè, secondo Fabrizio Cicchitto, ‘’il Pd non può usare due criteri di valutazione e due metri di giudizio’’: parlare di ‘’questione morale’’ quando le inchieste riguardano il centrodestra e di ‘’macchina del fango’’ per il centrosinistra.


Bersani dovrebbe piuttosto ‘’parlare della macchina dei soldi che sembra avere alimentato uomini e ambienti della sinistra’’, rincara Maurizio Gasparri. Cui replica Nico Stumpo: pensi a ‘’Verdini, Cosentino, Milanese, Dell’Utri’’.