Tremonti spiato? Al via le indagini

ROMA – Un fascicolo esplorativo, intestato ‘’atti relativi a’’, di quelli color rosso, gli stessi utilizzati dalla procura di Roma per i casi in cui, almeno inizialmente, non ci sono ipotesi di reato né indagati. E’ quanto si prospetta, probabilmente già oggi, per il caso sollevato dalle dichiarazioni del ministro dell’Economia Giulio Tremonti il quale, nei giorni scorsi, precisando il senso della sua occupazione della casa di via Campo Marzio, nel centro di Roma, ha sottolineato di aver avuto la sensazione di essere ‘’spiato, controllato, pedinato’’.
Oggi la questione sarà affrontata dai vertici di piazzale Clodio, quindi, ragionevolmente, sarà aperto il fascicolo ed al suo interno saranno inseriti gli articoli di stampa nei quali sono riportate le parole di Tremonti.

La cartella dovrebbe poi essere assegnata al procuratore aggiunto Pietro Saviotti, delegato, tra l’altro, a coordinare le indagini su vicende di spionaggio. Tra le attività istruttorie che, in via di ipotesi, potrebbero essere disposte ci sono, tra l’altro, le audizioni dello stesso titolare del dicastero di via XX settembre e degli uomini della sua scorta.

Sul caso, Tremonti è intervenuto l’altra sera per sottolineare la ‘’profonda stima e fiducia nella scorta della Guardia di Finanza’’ che lo segue da tanti anni. Sentimenti – ha aggiunto – per la Guardia di Finanza ‘’a partire dal suo comandante generale’’.
– Tutto quanto è a mia conoscenza – ha quindi aggiunto il ministro – l’ho rappresentato alcune settimane fa alla magistratura. Lo confermo. Il resto sono state ipotesi e forzature giornalistiche.

Parole arrivate all’indomani di un colloquio con Repubblica nel corso del quale, parlando del caso di Marco Milanese, aveva affermato:
– Lo riconosco. Ho fatto una stupidata. E di questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilità. In quella casa non ci sono andato per banale leggerezza, il fatto è che prima ero in caserma, ma non mi sentivo più tranquillo.

E, riferendosi alle polemiche che hanno scandito il caso, aveva sottolineato:
– Chi parla di evasione fiscale è in malafede. Questa accusa non la posso accettare. Sono in grado di dimostrare in modo tecnicamente indiscutibile l’assoluta regolarità del mio comportamento e del mio contributo alle spese di quell’affitto.