Usa, raggiunto l’accordo: scongiurato il default

WASHINGTON – Gli Stati Uniti evitano il default grazie all’accordo in extremis fra democratici e repubblicani che prevede subito tagli per mille miliardi di dollari ed un aumento del tetto del debito di almeno 2.100 miliardi. La prima parte dell’accordo taglierà le spese di 1.000 miliardi di dollari in dieci anni. Il risultato sarà il livello più basso di spesa nazionale da quando Dwight Eisenhower era presidente, ma a un livello che consentirà ancora di fare investimenti per creare occupazione in settori come l’istruzione e la ricerca.
L’accordo assicura a Obama un aumento del tetto del debito eliminando la necessità di ulteriori aumenti fino al 2013, scacciando lo spettro del default e rimuovendo l’incertezza dall’economia.

Ma è la seconda parte dell’accordo quella centrale.
Obama, con una stoccata a repubblicani e democratici, ribadisce che “agli americani più ricchi e alle grandi aziende va chiesto di pagare il giusto, rinunciando agli sgravi fiscali e alle speciali deduzioni”. Sono anche necessari “aggiustamenti modesti a programmi come il Medicare, per assicurare che resistano per le prossime generazioni”.

“È per questo che la seconda parte dell’accordo è così importante. È prevista la creazione di una commissione bipartisan del Congresso che dovrà avanzare entro novembre una proposta per ridurre ulteriormente il deficit, proposta che sarà sottoposta al Congresso per il voto. In questa fase tutto sarà sul tavolo. Per renderci tutti responsabili dell’attuazione di queste riforme, tagli profondi andranno automaticamente in vigore se non agiremo” ha detto il presidente.

“È questo l’accordo che preferivo? No”, ha commentato Obama.” Ritengo che avremmo potuto fare subito le dure scelte richieste sul welfare e sulla riforma del sistema fiscale, invece che con una commissione speciale. Ma questo compromesso È un anticipo sulla riduzione del deficit di cui abbiamo bisogno, e offre a ogni partito l’incentivo per un piano bilanciato entro la fine dell’anno”.

“È un accordo storico che mette fine a un’impasse pericolosa”, evidenzia il leader democratico del Senato, Harry Reid. “Non è l’accordo migliore del mondo, ma mostra come i repubblicani siano riusciti a cambiare i toni del dibattito”, osserva lo speaker repubblicano della Camera, John Boehner.