Alonso e Vettel a Manhattan, New York vuole il suo GP

ROMA – Partenza sulla quinta strada, passerella sotto lo skyline dove una volta padroneggiavano le Torri Gemelle e magari anche un bel passaggio sopra al Ponte di Brooklyn. Che sia una idea vecchia poco importa ma il Gran Premio di Formula 1 a New York sembra tornato ancora di moda, secondo quanto scrive il Wall Street Journal. Con un Gp degli Usa già in calendario per il 2012 (ad Austin in Texas) gli Stati Uniti, con la benedizione del patron del Circus Bernie Ecclestone, puntano a raddoppiare portando a sfrecciare sulle strade della Grande Mela i vari Vettel, Hamilton e Alonso. Un progetto che potrebbe diventare realtà nel 2013 realizzando così il sogno nel cassetto di un certo Michael Schumacher che potrebbe avere un motivo in più per continuare a correre in Formula 1 per almeno altri due anni.

A riportare alla ribalta l’idea di fare un Gran Premio sotto lo sguardo della Statua della Libertà ecco il magazine del settore Autosport.com secondo cui lo scorso mese Ecclestone si è intrattenuto in una serie di colloqui per verificare la possibilità di organizzare un Gp nel New Jersey.

I sindaci di Weehawken e West New York, Richard Turner e Felix Roquehanno, hanno confermato di essere nelle prime fasi di un trattativa con un gruppo di investitori guidato da Leo Hindery Jr., ex amministratore delegato della televisione sportiva via cavo YES Network, mentre la gara si correrebbe nel 2013 sulle strade della di New York come già succede a Monaco, Valencia, Montreal, Singapore. L’operazione come spiegato in una dichiarazione congiunta dai due sindaci potrebbe rivelarsi una fonte redditizia annuale di reddito.

“In questi tempi di incertezza economica, quando ogni fonte di reddito diretto e indiretto è di vitale importanza, la nostra gara di Formula Uno potrebbe essere una spinta molto positiva per i nostri cittadini”, hanno detto i due sindaci. L’ultima gara di Formula 1 negli Stati Uniti si è svolta a Indianapolis nel 2007 e se il progetto New York gli Usa potrebbero di colpo, con Austin già in calendario, portare a quota due le gare nel paese a stelle e strisce. E chissà se in quel giorno del possibile primo semaforo verde nella multiculturale Manhattan non si possa vedere una Ferrari con alla guida il primo pilota di colore della storia della Formula 1 che ieri, in una intervista ad As, ha ammesso di non avere un progetto a breve scadenza per puntare alla scuderia di Maranello, aggiungendo però: “non possiamo mai sapere cosa ci riserva il futuro. Non è in cima ai miei progetti ma parliamo di un team fantastico”.