Bersani: «Basta con le bugie, il governo dica tutta la verità»

ROMA – Il Pd non intende assaggiare, nè far mangiare agli italiani, la ‘’torta a strati indigeribile’’, secondo la metafora che Pier Luigi Bersani usa per definire la manovra. E non intende partecipare ai ‘’politicismi’’ messi in atto da altri partiti di opposizione per insinuarsi nelle tensioni della maggioranza. La priorità è correggere un decreto ‘’iniquo e recessivo’’ ed il segretario chiama ad un confronto serio in Parlamento, pur attaccando un governo che ‘’ancora oggi non dice la verita’’’ come chiesto dal Capo dello Stato. Anche se c’è tempo fino a lunedì per presentare gli emendamenti, Bersani assicura che le 10 proposte dei democratici arriveranno in Senato entro venerdì così che sia chiaro che ‘’il ritardo è colpa della maggioranza’’ ancora alla ricerca di una sintesi.


Ma il preambolo di Bersani, nella conferenza stampa alla vigilia dell’incontro oggi con le parti sociali, è prima di tutto ‘’un sassolino’’ tolto dalla scarpa contro chi, politici e osservatori esterni, da ultimo Luca Cordero di Montezemolo, criticano il Pd di carenza di proposte.


– Il Pd è un meraviglioso collettivo, altro che armata Brancaleone – chiarisce il segretario che avverte chi ‘’vuole solo farsi largo bombardando a destra e sinistra’’ che i democratici non hanno ‘’il ventre molle ma sono di combattimento’’.


Con questo spirito e molte riserve verso la maggioranza, il Pd si prepara alla battaglia in Parlamento. Con un decalogo di proposte sotto il titolo speranzoso ‘’L’Italia di domani’’. I punti sono gli stessi presentati all’inizio di agosto con l’aggiunta del reato di falso in bilancio. Dall’imposta una tantum del 15% sui capitali ‘scudati’ e da quella erariale ordinaria sui grandi valori immobiliari, oltre che dalle ‘’misure di impatto sostanziale’’ per la lotta all’evasione, il Pd conta di trovare le risorse per alleggerire i tagli agli enti locali, ridurre l’Irpef e stimolare l’economia e la crescita.


Bersani non si scompone davanti a chi critica il Pd di violare i patti fiscali con gli ‘scudati’.
– Non mettiamo in discussione un patto fiscale – sostiene – ma la credibilità dei condoni e ne gioisco perchè noi non abbiamo mai fatto un condono ed è igienico che non se ne facciano.


Niet dal Pd all’articolo 8 del decreto relativo alla contrattazione collettiva di prossimità e nessuna apertura da Bersani ad una riforma delle pensioni dentro la manovra per ‘’coprire un buco di bilancio’’. Se invece ‘’si vuol parlare di riforma del Welfare e mettere in equilibrio la spesa pensionistica’’ il Pd è pronto a discutere con le sue proposte. In realtà, il Pd non crede che la maggioranza riuscirà a correggere la manovra o per colpa di veti incrociati o perchè ipotesi in campo, come l’aumento dell’Iva, sono solo ‘’dibattiti kafkiani’’ visto che il ministro Tremonti ‘’se l’è già mangiata’’ prenotandola per coprire altri capitoli di spesa.


Più delicato, e comunque non tradotto in emendamento, il tema dell’Ici sugli immobili della Chiesa. Bersani, dopo aver lodato l’impegno della Chiesa per i poveri, è favorevole all’Ici solo sugli immobili adibiti ad attività commerciali ‘’dopo aver verificato le casistiche ed i singoli casi concreti’’.


Nessuna distanza da Rosy Bindi che si era espressa contro l’Ici alla Chiesa, chiariscono dal partito e assicura anche il presidente del Pd. D’altronde l’Ici sugli immobili commerciali è già prevista dalla legge ma, accusano i Radicali, sono previste esenzioni per le strutture con spazi, anche piccoli, destinati al culto.