Sciopero generale in Cile, 48 ore di proteste

SANTIAGO DEL CILE – Diversi manifestanti sono stati arrestati in incidenti nelle prime ore di ieri a Santiago, all’inizio dello sciopero convocato da parte della Central Unitaria de Trabajadores (CUT), che durerà per 48 ore per chiedere modifiche al sistema vigente nel Paese e alle politiche del presidente cileno Sebastián Piñera. La polizia ha riferito che “una decina di manifestanti sono stati arrestati in diversi punti” della capitale cilena.

Secondo le forze dell’ordine, i manifestanti hanno creato barricate fin dalle sei del mattino, in diversi settori della capitale, tra cui Alameda e nei pressi del Palazzo La Moneda, sede del governo, con l’obiettivo di “interrompere” il traffico, motivo per cui i soldati hanno deciso di intervenire. Il governo di destra del presidente Piñera si trova di fronte alla più vasta contestazione popolare dalla fine della dittatura di Pinochet nel 1990. Contestazione lanciata tre mesi fa dal movimento studentesco che chiede un’istruzione pubblica e di qualità.

Lo sciopero nazionale che si svolge in Cile e’ la diretta conseguenza dell’insoddisfazione dei dipendenti “per il modello politico ed economico imposto dal presidente Sebastián Piñera”, ha riferito il capo della Confederazione dei lavoratori del rame (CTC), Cristian Cuevas.


Il ‘paro’, iniziato martedì notte con un “cacerolazo” a Santiago e in altre città, e’ stato convocato con un’ampia piattaforma di richieste: riforme costituzionali che aumentino le tasse alle imprese, la creazione di un fondo pensione statale, un nuovo codice del lavoro, maggiori risorse per la sanità e l’istruzione.
Il governo cileno aveva in precedenza affermato che le richieste degli organizzatori erano “vaghe e poco opportune”, chiamando il CUT e gli studenti a presentare proposte “precise” e “concrete”.


Il ministro delle finanze, Felipe Larraín, ha annunciato che il Governo non paghera’ i salari giornalieri ai lavoratori che aderiranno allo sciopero.