Estorsione a Berlusconi, arrestati Tarantini e moglie

ROMA – La Digos della Questura di Napoli, in collaborazione con quella di Roma, ha arrestato Gianpaolo Tarantini, 36enne, e la moglie Angela Devenuto, 34enne, per estorsione ai danni del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. L’arresto è stato eseguito in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli.


L’estorsione ai danni del presidente del Consiglio sarebbe consistita in un versamento di circa 500mila euro all’imprenditore barese. Il Cavaliere ha negato di essere vittima di un’estorsione e a Panorama ha dichiarato: “Ho aiutato una persona (cioè Tarantini, ndr) e una famiglia con bambini che si è trovata e si trova in gravissime difficoltà economiche. Non ho fatto nulla di illecito, mi sono limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio”.


L’ipotesi della procura di Napoli, secondo la ricostruzione di Panorama, è che invece Tarantini abbia ricevuto il compenso per continuare a dichiarare, nel processo barese in cui è indagato, che Berlusconi non sapeva di ospitare alle sue feste escort prezzolate dallo stesso imprenditore pugliese.


L’attività investigativa che ha portato all’emissione dei provvedimenti trae origini da più ampie indagini coordinate dai magistrati della Sezione criminalità economica della Procura di Napoli. Si è basata su servizi di intercettazioni telefoniche su alcune società “dove Valter Lavitola sembra svolgere non meglio definite attività di consulenza”, spiega il procuratore aggiunto Francesco Greco coordinatore della Sezione criminalità economica.
Nell’ambito di tali indagini la Procura avrebbe raccolto “gravi e consistenti indizi – spiegano in Procura – in ordine alla ripetuta dazione, con modalità dissimulate o comunque non trasparenti e con l’intervento e la mediazione del Lavitola, da parte dell’onorevole Berlusconi e a favore dei coniugi Tarantini di somme di denaro contante e di altri benefici di carattere economico”.Benefici che sarebbero consistiti tra l’altro in pagamento di spese legali, canone di locazione di una casa, impieghi ed altri incarichi di lavoro.


Panorama, l’estorsione ai danni del Cavaliere sarebbe consistita in un versamento di 500 mila euro e altre somme versate ogni mese. Il mezzo milione sarebbe dovuto servire, soprattutto, a convincere Tarantini a scegliere la strada del patteggiamento in un procedimento in cui sarebbe l’unico imputato, evitando così un processo pubblico con la conseguente diffusione di intercettazioni ritenute imbarazzanti per il premier. Gli inquirenti sospettano l’esistenza di un raggiro di Lavitola ai danni di Tarantini, con il primo che avrebbe trattenuto 400 dei 500 mila euro destinati al secondo.


Sarebbe emerso inoltre, secondo gli inquirenti, che Lavitola tratteneva per sé parti consistenti delle somme ricevute dal premier impiegandole in diverse società a lui direttamente riferibili e concertava con Gianpaolo Tarantini le iniziative processuali più idonee per costringere Berlusconi a disporre il pagamento di ulteriori somme.
“Tali iniziative – spiegano in Procura – in particolare dovevano essere prese da Tarantini nell’ambito dei procedimenti in cui lo stesso risulta tuttora indagato dall’autorità giudiziaria di Bari”.


L’inchiesta che ha portato all’arresto di Tarantini – l’imprenditore barese che nel 2008 aveva portato Patrizia D’Addario a palazzo Grazioli – era stata al centro di una anticipazione, il 24 agosto scorso, del settimanale Panorama. Secondo quanto riportato dal settimanale, la procura avrebbe iscritto nel registro degli indagati più persone: tra loro Valter Lavitola, direttore ed editore del quotidiano online Avanti!.


Spiega il procuratore aggiunto Greco che “gli esiti delle investigazioni predette venivano poi a confluire con quelli delle parallele investigazioni condotte dalla sezione reati contro la pubblica amministrazione aventi ad oggetto Lavitola e altri soggetti nell’ambito del procedimento a carico di Alfonso Papa (parlamentare del Pdl arrestato il 20 luglio scorso, ndr), Luigi Bisignani ed altri”.


Gli agenti della Digos di Napoli hanno eseguito sei perquisizioni in abitazioni e uffici mentre Valter Lavitola è ricercato.


“E’ passata sui media la notizia che sono latitante. Non è vero – precisa Lavitola in una nota – Sono all’estero per lavoro da prima che ‘Panorama’ consentisse di esercitare i diritti di informazione dell’indagato mediante la pubblicazione del suo scoop. Come è noto alla Procura, buona parte della mia attività lavorativa si svolge all’estero ormai da qualche anno. Attendo di definire con il mio avvocato le decisioni da prendere”.
“E’ mia intenzione collaborare pienamente con la giustizia per chiarire la questione. Ribadisco con forza che non mi è mai neppure passato per la testa di raggirare Berlusconi, né di impossessarmi di presunte somme destinate a una famiglia in difficoltà”.


Le indagini sulla presunta estorsione “sono tuttora in pieno svolgimento, anche con perquisizioni domiciliari”. Lo rende noto la procura di Napoli. Tutto ciò malgrado le indagini stesse siano state “fortemente compromesse dalla criminosa sottrazione di numerosi e rilevanti contenuti della richiesta cautelare ad opera di ignoti, cui ha fatto seguito nei giorni scorsi la pubblicazione degli stessi su alcuni giornali nazionali”. Il riferimento è alle anticipazioni uscite la settimana scorsa su Panorama, e poi riprese dagli altri media.