Il Centro Italiano Venezolano e le nostre origini

CARACAS – Il Centro Italiano Venezolano: grande, verdissimo angolo di tranquillità nel cuore di una concitata e “difficile” Caracas (oggi più che mai), lo raggiungiamo appena il lavoro ci concede una pausa.
Salutiamo con affetto questa “oasi” di svago, amicizia e serenità, serbandone in cuore la storia: una storia fatta di personaggi (i più già scomparsi), che hanno saputo trasmettere l’amore per le indimenticabili radici italiane, in questo simbolico spazio, conservando intatti i valori della nostra identità.

Prima, quando i “pionieri” progettavano e davano i primi passi in questa terra d’adozione, cercando di scandire bene l’orgoglio delle proprie origini… Ed oggi: quando neppure la forza della natura, con i suoi terribili smottamenti di terreno, a causa delle fortissime piogge ( proprio all’inizio della gestione della Giunta Direttiva presieduta dall’amico Mario Chiavaroli), ha potuto frenare l’impeto ed i sentimenti che albergano in questo “pezzetto” d’Italia in Venezuela.

Una collina trascinata dalla frana ed ancora… tanta forza di volontà! Si, “caparbietà abruzzese”(in questo caso), per rifare tutto come e meglio di prima!

Il nostro Centro Italiano Venezolano: l’anima dei nostri predecessori… ove si rincorrono canti di bimbi, musiche delle nostre regioni, teatro colto e significativo… sport, corsi di infinite specializzazioni… Amore per il ricamo, la musica, la danza, la pittura e poi la continua, infaticabile dedizione del Comitato Dame che, oggi più che mai, con il proprio instancabile lavoro porge tantissimi aiuti diretti ai più necessitati. E le vacanze estive, il “Plan Vacacional”, le ricorrenze natalizie, le feste più attese e tradizionali che ci fanno sentire sempre e profondamente italiani, eredi di una cultura universale che ha attraversato i confini della Madrepatria solcando oceani, spargendo in ogni dove lavoro onesto, arte, tradizioni, storia…
Oggi, gli eredi di quei connazionali che hanno fondato il Centro Italiano Venezolano, hanno figli nati in Venezuela che hanno appreso cosa vuol dire appartenere ad una nazione antica: madre dell’arte, della storia, della civiltà etrusca, greco-romana.

Non è azzardato sottolineare, proprio osservando i tempi difficili che sta attraversando l’Italia, che il gran”patrimonio italiano” risiede, proprio, fuori dai suoi confini. L’Italia com’era: quella onesta, colta, sincera, poetica, è quì: (fuori d’Italia). Un patrimonio da amare infinitamente, da custodire gelosamente… da rendere palese in ogni occasione.

Ed oggi, proprio da questa pagina dedicata al nostro Centro Italiano Venezolano, vogliamo ricordare, (ogni tanto, ci sia concesso, bisogna farlo), che condurre la nostra Istituzione significa onori ed oneri, e che forse non sempre gli sforzi sono apprezzati come meriterebbero.

Bisogna comprendere, ricordare, soprattutto: come quando entriamo nel gran Salone Italia per ascoltare stupende musiche liriche o assistere ad un Teatro portato avanti con abnegazione dalla epica Marcella Mosca e, la bellezza delle fantasmagoriche coreografie del nostro “Gruppo Arlecchino”; e poi, varcare la soglia del Salone ”Gaetano Bafile”, che la Giunta Direttiva odierna ha voluto dedicare al fondatore della “Voce d’Italia”: all’amato scrittore giornalista che più di ogni altro ha saputo raccontare l’epopea della presenza italiana in Venezuela.

Oggi il Centro Italiano Venezolano rappresenta ciascuno di noi ed è per questo che abbiamo il dovere di collaborare con infinita lealtà alla sua continua crescita, anche e soprattutto in nome di coloro che, dandogli vita, ne installarono all’unisono il vessillo della intagibile e fraterna onestà.