Palermo che festa, poker all’Inter in rimonta

PALERMO – C’é voluto un super-Palermo, trascinato da un Miccoli stellare, per mettere sotto l’Inter e spezzare un incantesimo che durava esattamente da sei anni (3-2 a Mancini e soci). Al di là del 4-3 finale, che ha premiato i rosanero, nessuno sarebbe stato in grado di prevedere una prova così entusiasmante, tenace, a tratti arrembante, assolutamente sopra le righe del Palermo, soprattutto dopo quanto era accaduto nelle ultime settimane, dall’eliminazione in Europa League al cambio dell’allenatore ‘ante-litteram’ (Mangia al posto di Pioli).


L’ex allenatore della Primavera, all’esordio-esame in Serie A, non solo è riuscito in pochi giorni a trasmettere una carica vincente alla squadra, ma è stato capace di darle un’impronta, degli schemi e ad azzeccare le scelte giuste. Sarebbe stato difficile fare di meglio: per chiunque. Aveva ragione Zamparini quando sosteneva di avere fiducia in questa squadra e di non fasciarsi la testa – come del resto lui aveva già fatto – prima di rompersela.


La vittoria del Palermo, giunta addirittura in rimonta contro una squadra che fino all’anno scorso era la più forte del mondo, lascia quasi interdetti, increduli, così come la sconfitta dell’Inter, giunta in una serata che difficilmente Gasperini dimenticherà.


Palermo-Inter è un contenitore di spettacolo, gol, emozioni, episodi dubbi, decisioni dell’arbitro contestate (e sbagliate). E’ un match che offre una girandola di emozioni e che, come aperitivo di un campionato ancora tutto da vivere, alimenta quantomeno l’ottimismo di una tifoseria storicamente depressa.


I nerazzurri, schierati con 3-4-3 piuttosto elastico, ma compatto, rischiano prima di stravincere e alla fine escono senza punti dal Barbera, dove nelle ultime stagioni avevano sempre fatto bottino pieno (senza dimenticare la vittoria sui rosanero all’Olimpico nella finale di Coppa Italia a fine maggio). Ma va anche detto che l’Inter ha dimostrato di essere ancora un cantiere aperto e Gasperini avrà da lavorare (se gliene sarà dato il tempo) parecchio per far quadrare il cerchio. Ma dovrà sbrigarsi, il tecnico, per restituire motivazioni.
A Palermo ha dimostrato di essere capace anche di scelte coraggiose, come l’accantonamento iniziale di Sneijder e la sostituzione in corsa con Zarate. Preoccupa il fatto che l’Inter sia andata sotto dopo essersi trovata per un paio di volte in vantaggio in campo avverso e contro una squadra che schierava sei titolari provenienti da altre squadre. Devis Mangia aveva chiesto umiltà, corsa e temperamento, ha avuto risposte assolutamente in linea con le attese. Tuttavia saranno le prossime partite a dire se quella di stasera sia stata vera gloria, per il Palermo, e se nell’Inter sono stati commessi errori tanto gravi. Resta il fatto che il primo posticipo serale del campionato è stato bello, avvincente, appassionante, incerto fino al fischio di Brighi (un mancato giallo a Samuel, e sarebbe stato il secondo, ha fatto imbestialire il pubblico). E, mentre l’Inter oggi penserà alla Champions, il Palermo farà festa, nell’attesa di trovare conferme domenica prossima a Bergamo. Da una nerazzurra all’altra, contro l’Atalanta sarà un’altra storia.