Una Juve da urlo, strapazza il Parma

TORINO – Il dubbio era: lo stadio (splendido) c’é, adesso vediamo se c’é la squadra. La risposta é stata chiarissima: sì, la Juventus c’e.

L’inaugurazione calcistica, non poteva essere più significativa: quattro gol al Parma, ma soprattutto ingredienti che il popolo bianconero da tempo aveva scordato, cioé gioco, conclusioni, geometrie, compiti e movimenti precisi. In una parola, bel calcio. E, in più rispetto alla stagione scorsa, un campione sublime, Andrea Pirlo. Oltretutto, le illuminazioni dell’ex milanista hanno consentito la crescita netta di Marchisio, della coppia centrale difensiva, di due ali non titolari, come l’esordiente Giaccherini e il ‘vecchio’ Pepe, non a caso usciti a testa alta dal match. Unico dubbio che può indurre alla prudenza, la modestia del Parma, in una delle peggiori edizioni viste negli ultimi anni. Ma quando l’avversario va a concludere una ventina di volte, è facile intuire che si gioca come l’avversario consente di giocare.

La Juve ha costretto subito il Parma nella propria area, facendo girare palla in modo veloce e millimetrico, con Pirlo che non sbaglia un passaggio nemmeno quando cade per terra. Il gol è arrivato presto, figlio, tanto per cambiare, di una pennellata meravigliosa del regista bianconero, che ha pescato in area Lichtsteiner, lesto ad aggirare Mirante. I bianconeri non mollano: gol annullato a Matri e rigore sospetto sullo stesso.
Nella ripresa la Juve non ha mollato, temendo i fantasmi dello scorso anno e ha continuato a costruire. Del Parma nessuna traccia. Del Piero, in ombra come uomo gol, ha lanciato due volte in modo magistrale prima Matri verso la porta, ma il centravanti ha colpito il palo e poi ha messo sul piede di Pepe la palla del raddoppio. Quando il caldo sembrava aver preso il sopravvento, si è capito invece l’aria nuova che si respira nella squadra di Conte, la voglia di giocare e di proporre. Marchisio ha timbrato il tre con un capolavoro in acrobazia. E poi, per la festa finale del nuovo stadio, la firma di Vidal, che era entrato da cinque minuti.
La prima sensazione sulla nuova Juventus è piuttosto chiara: la squadra ha una identità, un gioco, pressing efficace, ottimi esecutori, in attesa che tutti raggiungano il top (Elia non ha giocato, Vucinic ha disputato uno spezzone, Estigarribia è ancora da scoprire, Quagliarella non è ancora a posto). E’ altrettanto chiara la sensazione sul nuovo stadio: al di là della sua virtù estetica, può davvero diventare il dodicesimo giocatore, soprattutto se dopo anni di vacche magre la gente vede sprazzi di Barcellona in campo, la voglia di osare, sempre e alcuni interpreti come Pirlo che da soli valgono il prezzo del biglietto e che la gente bianconera non vedeva in campo dai tempi di un certo Zidane.

In attesa di verificare la squadra in circostanze più impegnative e soprattutto con avversari individualmente più forti, Conte può essere davvero soddisfatto. Il Parma si è affidato solo ai guizzi di Giovinco, ingabbiato però dalla difesa bianconera e in gol su rigore allo scadere, per un fallo che costa a De Ceglie l’espulsione. Se almeno in contenimento gli uomini di Colomba fossero stati più efficaci, avrebbero potuto resistere un pò di più. Ma tredici palle gol concesse all’avversario sono davvero troppe.