Manovra, c’è l’ok della Camera. Scontri davanti a Montecitorio

ROMA – Con 314 voti favorevoli e 300 contrari, la Camera ha approvato in via definitiva la manovra economica. In giornata, con 316 sì e 302 no l’Aula aveva detto sì alla fiducia sulla finanziaria bis. La fiducia ottenuta alla Camera, dopo quella al Senato sette giorni fa, è la numero 50 per il governo Berlusconi dall’inizio della legislatura.


Una manovra corposa, di 53,3 miliardi nel 2013, anno in cui dovrà essere raggiunto il pareggio di bilancio. Comprende una stretta sulle pensioni, il carcere per i maxievasori, il contributo di solidarietà e le deroghe per le leggi sul lavoro, la Robin Hood Tax e la spending review.


In Aula non sono mancate le proteste. Quando stava intervenendo il capogruppo del Carroccio, Marco Reguzzoni, è partita una contestazione dalla tribuna di Montecitorio riservata al pubblico. Uno striscione srotolato da un gruppo di ex deputati recitava ‘Basta Lega, basta Roma, basta tasse’. Tra i contestatori anche un ex deputato del Carroccio, Francesco Formenti. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha invocato l’intervento degli assistenti parlamentari che hanno tolto dalle mani dei contestatori lo striscione e li hanno fatti allontanare.


Momenti di tensione di fronte a Montecitorio, dove polizia e carabinieri hanno disperso un gruppo di manifestanti dei Cobas e della sinistra radicale che protestava contro la manovra in discussione. I protestanti si erano radunati intorno alle 16 e per due ore circa si erano limitati a spiegare le ragioni della loro protesta con interventi a ‘rotazione’. Intorno alle 18.45 la protesta, fino allora pacifica, è degenerata: sono stati fatti esplodere fuochi d’artificio e ‘bombe carta’ come quelli che vengono usati nelle curve dagli ultras.
I manifestanti hanno appiccato fuoco a candelotti fumogeni e una spessa coltre di fumo colorato ha avvolto la piazza. Poi il lancio di palloncini pieni di vernice colorata e infine una sorta di ‘fuoco di sbarramento’ indirizzato verso i blindati delle forze dell’ordine schierate in assetto antisommossa, fatto da scarpe vecchie e interiora di animale, molto probabilmente cuori e fegati di maiale. Le forze dell’ordine hanno reagito e hanno fatto una carica di alleggerimento che ha disperso i manifestanti nelle vie adiacenti piazza Montecitorio e piazza Colonna.


Poco prima era degenerato tra insulti e un gavettone il tentativo dell’ex ministro del governo Berlusconi, Andrea Ronchi, di parlare con il gruppo di manifestanti di Cobas e Cgil in protesta. L’ex esponente di Fli si è avvicinato alle transenne per chiedere quale fosse il problema ed è stato insultato più volte e raggiunto da uno schizzo d’acqua proveniente da una bottiglietta.


Prima di lasciare Montecitorio il presidente del Consiglio si è intrattenuto nella sala del governo con il segretario del Pdl, Angelino Alfano, il coordinatore Denis Verdini, il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, il vice presidente dela Camera Maurizio Lupi, il sottosegretario Paolo Bonaiuti. Presenti anche il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli e il capogruppo della Lega, Marco Reguzzoni.