Sarkozy e Cameron in Libia: “Per Gheddafi è game over”

TRIPOLI – Un Nicolas Sarkozy scatenato, tra la folla che lo acclama e risponde impazzita al suo grido “Viva la Libia, viva l’amicizia tra la Francia e la Libia!”. Un David Cameron sudato, che urla la sua promessa, ‘Vi aiuteremo a catturare Gheddafi!’. Il capo dell’Eliseo e l’inquilino di Downing Street si sono resi protagonisti della visita lampo, la prima di due massimi dirigenti di paesi della coalizione, dichiaratisi i capofila dell’impegno militare per liberare la Libia dal regime di Gheddafi e dell’alleanza con il Cnt.


Un “primato” sul quale ieri sera il ministero degli Esteri italiano ha fatto una puntualizzazione: “l’Italia è stato il primo Paese europeo ad aprire un Consolato a Bengasi, il Ministro Frattini è stato il primo Ministro degli Esteri europeo a recarsi in visita a Bengasi, e l’Ambasciatore Buccino è stato il primo Capo Missione europeo a ricevere il gradimento dalle Autorità libiche”. Ieri Sarkozy e Cameron sono arrivati a Tripoli separatamente, entrambi accolti all’aeroporto dal capo del Consiglio nazionale di transizione, Mustafa Abdel Jalil, e dal numero 2 dell’organizzazione, Mahmoud Jibril. Prima tappa, in elicottero, un ospedale della capitale libica, dove Sarkozy e Cameron hanno visitato i feriti. Sono entrati in tre stanze, chiacchierando con i pazienti, ed hanno attraversato i corridoi del moderno edificio.


Prima di lasciare Tripoli, conferenza stampa dei due leader europei accanto ai nuovi leader libici: “Noi vi aiuteremo a trovare Gheddafi e a catturarlo”, ha promesso il premier Cameron rivolto ai capi del Cnt, mentre al colonnello, ancora introvabile, e ai suoi seguaci ha riservato un “game over”, esplicito invito ad arrendersi. Sarkozy gli ha fatto eco: “Gheddafi è un pericolo – ha affermato – l’impegno della Nato non è concluso, c’è un lavoro da finire”.


Di nuovo tutti in elicottero e trasferimento a Bengasi, piazza della Libertà, per il bagno di folla più atteso, quello nella città simbolo della rivolta. Sarkozy ha gridato sotto il sole fino ad avere la voce roca: “vi chiediamo una cosa, crediamo nella Libia unita, non nella Libia divisa. La Francia, la Gran Bretagna e l’Europa saranno al fianco del popolo libico”. A tutti, l’invito al “perdono” e alla “riconciliazione”, oltre alla garanzia che la Francia “non ha fatto calcoli” decidendo di aiutare la Libia. Applausi, grida di giubilo e tante mani levate al cielo per salutare Sarkozy, per una volta popolarissimo mentre in Francia accade proprio il contrario, con i sondaggi che inchiodano il presidente ai minimi storici.