I bergamaschi volano con Schelotto

BERGAMO – Senza penalità, l’Atalanta sarebbe sola al comando della classifica di serie A. Basta questo per dare l’idea dell’impresa dei bergamaschi, passati dall’incubo di restare in serie B al sogno di guardare tutti dall’alto in basso, perché solo loro hanno fatto dieci punti in quattro giornate, con tre vittorie consecutive dopo il primo pareggio in casa del Genoa. Anziché farsi schiacciare dal macigno dell’handicap imposto dalla giustizia sportiva, i nerazzurri hanno trasformato la frustrazione in carica agonistica.

Ma ha ragione il tecnico Stefano Colantuono quando dice che l’Atalanta fa punti non solo perché è arrabbiata, ma semplicemente perché gioca bene. Se ne accorge anche il Novara, che appena pochi giorni fa aveva schiantato l’Inter. Ma come il Palermo settimana scorsa, anche i piemontesi si sgonfiano sotto i colpi dei bergamaschi senza dare l’impressione di reggere il confronto, se non nella mezz’ora iniziale e nei minuti finali, quando si illudono di aver pareggiato con un gol annullato a Granoche, che in verità quando anticipa tutti sembra in posizione regolare. Nel mezzo c’è però soprattutto tanta Atalanta, con uno Schelotto a tratti devastante. E’ lui il simbolo di una squadra capace di correre ma pure di pensare, forte anche della coppia Brighi-Cigarini che vince la sfida a centrocampo con fosforo e polmoni. Attorno ai due perni si muove una squadra che sa benissimo cosa fare, senza mai lasciarsi prendere dalla foga.

L’inizio infatti è paziente e l’Atalanta fa girar palla alla ricerca dello spiraglio giusto, ma il Novara non mostra crepe. I nerazzurri sembrano padroni del campo, ma sentono un brivido quando al 25’ Meggiorini in contropiede tenta il sinistro a giro che sfiora il palo. Un minuto dopo Schelotto accelera e squarcia la difesa ospite, poi conclude con un diagonale secco neutralizzato da Ujkani. Ma l’argentino rompe gli argini al 34’, quando colpisce di testa su un cross di Bellini che sorvola l’immobile difesa piemontese: palla in rete, Atalanta in vantaggio. Bellini prende una maglia bianca dalla panchina e la sventola: dietro c’é il numero 27 di Cristiano Doni, già osannato prima del match dagli ultrà. Un minuto dopo ancora Schelotto, irresistibile, centra in pieno il palo a porta vuota. Anche la ripresa però si apre con gli uomini di Tesser alle corde, sempre in ansia sulle fiammate di Schelotto.

L’Atalanta vede che gli ospiti non reagiscono e preme alla ricerca del raddoppio, che arriva al 14’ con un gran tiro da fuori di Cigarini. Anche il centrocampista dedica il gol a Doni, esultando a testa alta alla maniera del capitano squalificato.

La squadra di Tesser ha però un sussulto al 43’ con Porcari, che timbra il 2-1 con un maligno rasoterra da fuori. Poi Granoche la butta dentro a tempo scaduto, ma l’assistente sbandiera un fuorigioco che probabilmente non c’é, perché Masiello tiene in gioco l’attaccante del Novara. I bergamaschi arrivano in affanno al fischio finale, ma possono sorridere: il primo posto sarà anche virtuale ma ha il dolce sapore della rivincita.