Web in rivolta contro la norma ‘ammazza blog’

ROMA – Scoppiano le proteste su blog e social network contro la norma ‘ammazza blog’, nuove regole più stringenti inserite all’interno del ‘ddl intercettazioni’, sul quale il governo dovrebbe porre la fiducia. La notizia ha scatenato la reazione di blogger e utenti indignati che gridano allo scandalo e al complotto nei confronti della libertà di espressione. La norma infatti prevede che ogni gestore di sito informatico ha l’obbligo di rettificare qualsiasi contenuto pubblicato qualora ci fosse la richiesta di qualunque soggetto che si ritenga leso dal contenuto del post. E se non si rettifica la multa può raggiungere i 12mila euro, indipendentemente se il ricorso sia fondato o meno.


– Attenti, è la goccia che può far traboccare il vaso: è una dichiarazione di guerra alla Rete e non ci tireremo indietro – scrive un utente sul gruppo Facebook ‘Salva i blog!’, cui sono iscritte già 32mila persone.
– Loro attaccano noi, noi attaccheremo loro. Restiamo in attesa di nuove informazioni dal Palazzo. Agiremo di conseguenza – minaccia un altro utente.


“Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica – si legge nel testo della norma – le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro 48 ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”. La norma equipara il web ai giornali cartacei, introducendo una parziale ma importante censura a quanto viene scritto e postato, dato che per ogni commento, nota o articolo, basterà una mail per chiederne rimozione o correzione di quegli aspetti considerati infamanti o diffamatori, indipendentemente dalla reale fondatezza del ricorso.


La protesta contro la norma viaggia nel mondo virtuale e in quello reale. Il movimento hacker si è messo in moto e pianifica interventi dimostrativi online, cavalcando l’entusiasmo del boom elettorale del partito dei pirati tedesco durante le elezioni del parlamento berlinese, dove ha ottenuto 15 seggi su 141, con l’8,9% dei voti. Sono 14 mila quelli che hanno assicurato la loro partecipazione alla manifestazione del 15 ottobre indetta dagli ‘indignati’.


“No al bavaglio al web” è il grido di twitter. Ma è soprattutto nelle chat-room private che si stanno valutando quale sia il modo migliore per mettere in pratica un “gesto di protesta che metta in ginocchio chi di censura vuole ferire”.