Referendum taglia traguardo 500mila

ROMA – Il raggiungimento delle 500 mila firme per il referendum anti-porcellum spinge i partiti a riaprire il dossier della riforma elettorale. Ma per procedere alla riforma si deve comporre un difficile puzzle: i tre Poli, infatti, mirano ciascuno a un sistema elettorale diverso e devono trovare i numeri in Parlamento per farlo approvare. Quindi il tema della riforma elettorale si intreccia sempre più con quello delle alleanze.


Ma il referendum ha anche l’effetto di far aumentare le quotazioni del voto anticipato. Che il referendum possa condurre ad elezioni in primavera lo ha rilevato Roberto Formigoni. Parte del Pdl preferisce andare alle urne con il ‘“porcellum” e le sue liste bloccate piuttosto che veder tornare il “mattarellum’’ sulle ali di un successo del referendum a giugno.


Bisogna dunque intervenire. Il ministro Franco Frattini, come già Angelino Alfano, invita a dare ‘’priorità’’ alla riforma elettorale, in modo da disinnescare l’arma referendaria e permettere al governo Berlusconi di andare avanti. Esortazione rivolta in primo luogo a Denis Verdini, che ha avuto l’incarico di presentare la proposta del Pdl. L’obiettivo dei referendari di Arturo Parisi è quello di superare il “porcellum” e tornare al precedente modello, con i collegi uninominali.


L’ex ministro ha esortato i cittadini a fare un ultimo sforzo, fino alle 700.000 firme, non solo per ‘’mettere in sicurezza’’ il referendum sul versante dell’autenticazione delle firme, ma per dargli più peso: nel caso in cui in Parlamento si volesse procedere ad una riforma, se le firme fossero molte sarebbe difficile abbandonare il maggioritario in favore del proporzionale alla tedesca che piace all’Udc e parte del Pd che fa capo a Massimo D’Alema, che crede in una alleanza con i centristi.


Uno stop al sistema tedesco o al ritorno alle preferenze dal capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che ha detto ”sì al mantenimento del bipolarismo, no alle preferenze’’. E il vice Massimo Corsaro spiega che è ‘’irrinunciabile’’ il premio di maggioranza, ma si può discutere su come ‘’restituire ai cittadini la potestà di decidere chi deve essere eletto’’ in Parlamento. Una mezza apertura ai centristi, che non riguarda però il premio di maggioranza, la cui abrogazione è stata riproposta dal presidente dell’Udc Rocco Buttiglione.


Sempre dal Terzo Polo si alza l’allarme di Carmelo Briguglio, di Fli, che teme da parte del Pdl una legge che miri a eliminare le forze minori. Scenario che, sostiene, si verificherebbe anche con un ritorno al ‘’mattarellum’’. Se venisse approvata una legge di questo tipo, ha ammonito Briguglio, per Fli e il Terzo Polo “si renderebbe inevitabile un’alleanza tecnica e costituzionale con il centrosinistra e in particolare col Pd in tutti i collegi’’ per evitare che Berlusconi rivinca e possa puntare al Quirinale. P>
Un segnale distensivo proprio al Terzo Polo, arriva dal Pd attraverso il capogruppo alla Camera Dario Franceschini: “Il Pdl sappia – ha detto – che il Pd non metterà mano a una nuova legge senza il consenso di tutte le forze di opposizione, da Casini a Vendola”: una alleanza larga che dal piano parlamentare potrebbe diventare elettorale.