Klose lancia la Lazio

FIRENZE – Bocciata all’esame di maturità. La Fiorentina aveva l’occasione per stare lassù, a un gradino dalla vetta del campionato, ma fallisce la scalata. La squadra non riesce a fare tesoro delle giocate di Montolivo e Cerci, crea, ma sbaglia. E soprattutto manca di peso in avanti, orfana di Gilardino, e di profondità. E pensare che i primi 15 minuti di gara per i viola erano stati ottimi e il vantaggio di Cerci (8’) raccontava una chiara supremazia. Ma per Mihajlovic Reja resta una bestia nera, non riesce proprio a batterlo: tre sconfitte e un pareggio. La Lazio gira attorno al suo genio, Hernanes, e alla classe infinita di Klose, un attaccante in grado di fare tutto: copre, lavora per i compagni, segna.


La squadra di Reja, come d’incanto, comincia a giocare quando si accendono questi due campioni. E non è un caso se le firme dei gol laziali per il 2-1 finale siano proprio del brasiliano e del tedesco. Alla Lazio serviva un risultato per ritrovarsi. Lo ottiene a Firenze, dove le amnesie, che avevano reso il suo cammino pieno d’ostacoli, svaniscono, e dove gli attaccanti riescono a concretizzare a sufficienza. Reja, dopo qualche boccone amaro può bere da un calice dolcissimo e recuperare punti che collocano la Lazio in una posizione di classifica più dignitosa e soprattutto che la mette al pari della Roma. E ora il derby. Fiorentina e Lazio danno vita ad una partita divertente sotto un sole estivo che prosciuga le risorse dei giocatori anche se riescono a correre a buon ritmo. Hernanes e Klose da una parte, Montolivo e Cerci dall’altra sono i maestri d’orchestra. Il brasiliano della Lazio umilia De Silvestri in occasione del pareggio (28’ pt), Klose dimostra di essere tanto bravo quanti sono i fischi che gli piovono addosso dai tifosi viola, che non hanno dimenticato un suo gol in fuorigioco (complice l’arbitro Ovrebo) in un Bayern-Fiorentina di Champions: passaggio per il gol del pareggio e stacco vincente per il 2-1 (38’ st) e poi ancora palle buone per Cisse, ancora Hernanes.


Sull’altro fronte Montolivo dimostra tutto il suo valore con giocate di fino e lanci millimetrici: bello da vedersi. Cerci è un forsennato e non può bastare la presenza della Lazio per mettergli birra in corpo. Lui, romanista, si toglie la soddisfazione di segnare ai laziali, fa passare un brutto pomeriggio a Radu e fa chilometri sulla fascia destra con e senza palla: serve palle d’oro su cui i compagni si perdono. Poi fallisce anche una paio d’occasioni: in una è bravo Marchetti, dopo un disastro di Lulic. Ma si deve perdonare perché 3 gol in 5 gare e un rendimento così alto lo rendono un calciatore di livello importante.


‘Cerci è il nostro Messì’, recita lo striscione di un tifoso dopo il gol del vantaggio. Il paragone è un pò blasfemo a Firenze questo ragazzo sa fare la differenza. A Cerci un pomeriggio da sogno lo nega Marchetti, un portiere ritrovato, che sa salvare il risultato anche su una incursione di Silva e dice no a Jovetic, che schierato ancora centravanti non convince. Questa mossa può andare bene in trasferta, ma in casa Mihajlovic deve dare più peso al suo attacco. Questi i particolari di una gara (trova dignità di cronaca anche una parata di Boruc su testa di Dias) in cui il tecnico viola non ha convinto e Reja, invece, indovina la strategia e con i cambi rivitalizza la squadra che cominciava ad essere in asfissia: Sculli e Matuzalem le danno vita e l’aquila laziale vola, proprio nel momento in cui la Fiorentina, più fresca, avrebbe potuto e dovuto fare di più. Ora per i laziali l’attesa del derby può essere serena.