Stragi del ‘93, ergastolo per il boss Tagliavia. I giudici: ruolo organizzativo negli attentati

FIRENZE – La corte d’Assise di Firenze ha condannato il boss mafioso Francesco Tagliavia all’ergastolo per il suo ruolo determinante nell’organizzazione delle stragi mafiose del 1993. La sentenza è stata letta dal presidente Nicola Pisano, dopo oltre 8 ore e mezza di camera di consiglio. Inflitti a Tagliavia anche 3 anni di isolamento diurno, così come richiesto dalla Procura di Firenze.


Il boss ha ascoltato la sentenza, pronunciata nell’aula bunker di Firenze, in collegamento video dal carcere di Viterbo, dove si trova detenuto per varie condanne, compreso l’ergastolo per la strage di via D’Amelio, dove morì il giudice Paolo Borsellino. Tagliavia era al vertice della famiglia mafiosa palermitana di corso Dei Mille, appartenente al mandamento di Brancaccio. La Corte d’Assise ha ritenuto l’ex boss uno degli organizzatori dei fatti di strage e anche uno dei principali protagonisti della gestione della fase operativa dei delitti, mettendo a disposizione anche gli esecutori materiali. La pena è stata inflitta a Tagliavia per tutti gli attentati mafiosi del 1993, quello di via dei Georgofili a Firenze (27 maggio), di via Palestro a Milano (27 luglio) e di San Giovanni Laterano e San Giorgio al Velabro a Roma (28 luglio). Tagliavia è stato condannato anche per l’organizzazione del fallito attentato allo stadio Olimpico di Roma (23 gennaio 1994) e del fallito attentato al pentito Salvatore Contorno (14 aprile 1994). Il processo contro Tagliavia ha avuto come principale fonte di prova le dichiarazioni rilasciate nel 2009 dal pentito Gaspare Spatuzza.


Tra i principali accusatori di Tagliavia c’è anche il pentito Pietro Romeo. Ieri mattina l’udienza della Corte di Assise si è aperta con una breve dichiarazione spontanea, rilasciata da Tagliavia. “Mi affido a lei di valutare le cose per come stanno. Sono innocente”, ha detto l’ex boss di Brancaccio. La Procura di Firenze è arrivata a Tagliavia, l’unico imputato di questo processo, grazie alle dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. Spatuzza tra l’altro ha chiesto perdono proprio per la strage di via dei Georgofili.


“La sentenza ha reso giustizia, così come l’ufficio del pubblico ministero riteneva si dovesse rendere – ha detto il procuratore capo della Repubblica di Firenze Giuseppe Quattrocchi – . Il giudice è quello che fa la storia e noi a quello che dice il giudice ci inchiniamo. Siamo veramente molto soddisfatti”. “La sentenza conferma l’impostazione data dalla Procura – conclude Quattrocchi- fa giustizia su un episodio di assoluta e primaria gravità. Emerge la consapevolezza che lo Stato ancora una volta è riuscito a rappresentarsi nella sua maniera migliore e più forte”.


“Oggi è stata scritta una pagina giudiziaria molto importante ovvero: Gaspare Spatuzza ha detto il vero, è attendibile prove oggettive alla mano. Si apre così la nostra grande speranza – ha detto Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili – di arrivare un giorno di vedere a processo i ‘mandanti esterni alla mafia’ per la strage del 27 maggio 1993, giorno in cui le nostre famiglie sono cadute in un baratro senza fine, perché i nostri parenti sono stati uccisi e molti sono stati resi invalidi e questo non solo per mano e per volere di Cosa Nostra’’.