Mediaset, giudici respingono legittimo impedimento premier

MILANO – Il presidente del consiglio Silvio Berlusconi, tra gli imputati al processo per i diritti Tv Mediaset, tramite la difesa ha chiesto il rinvio o lo stralcio dell’udienza per legittimo impedimento. I giudici del Tribunale di Milano davanti ai quali si celebra il processo per i diritti tv Mediaset hanno respinto la richiesta spiegando “l’interesse prevalente” è quello di svolgere la rogatoria per un testimone da Montecarlo “avviata 4 anni fa”.

Consulta ammette conflitto premier – giudici


La Corte Costituzionale – secondo quanto si è appreso – ha dichiarato ammissibile il conflitto di attribuzioni sollevato dal governo contro il Tribunale di Milano che sta giudicando il premier Berlusconi per frode fiscale nel processo Mediaset. Si tratta di un preliminare via libera: la decisione nel merito ci sarà solo tra qualche mese.


La presidenza del Consiglio, con ricorso dell’avvocatura dello Stato depositato lo scorso aprile, ha chiesto alla Corte di annullare l’ordinanza con cui il primo marzo del 2010 il collegio presieduto da Edoardo D’Avossa rifiutò il rinvio dell’udienza per la concomitante riunione del consiglio dei ministri. I giudici della Consulta si sono per il momento limitati a valutare preliminarmente la legittimazione dei due poteri ad intervenire in giudizio e la sussistenza in astratto della materia del contendere.


Una volta superato il primo scoglio dell’ammissibilità, per la questione di merito bisognerà attendere qualche mese, probabilmente la prossima estate. L’avvocatura dello Stato ha anche sollecitato la Corte Costituzionale a dichiarare che “non spetta al Tribunale di Milano stabilire che non costituisce impedimento assoluto alla partecipazione alle udienze penali, e perciò causa di giustificazione della sua assenza, il diritto-dovere” del premier a “presiedere una riunione del Consiglio dei ministri”. E ciò vale – secondo la presidenza del Consiglio – anche nel caso in cui la riunione in origine fissata in un giorno non coincidente con la data dell’udienza, venga fatta slittare, così come è avvenuto nel caso del Cdm del primo marzo 2010, rinviato dal venerdì al lunedì a causa della “complessa elaborazione” del ddl sull’anti-corruzione. Relatore della causa sarà il giudice costituzionale Sabino Cassese.


Sul caso Mediast, dunque, la Consulta si pronuncerà dopo la decisione sul caso Ruby, già fissata per l’udienza pubblica del 7 febbraio. L’ammissibilità del conflitto sulla presunta ministerialità del reato di concussione attribuito al premier non ha però fermato il processo Ruby in corso a Milano, per il quale Berlusconi è imputato anche di prostituzione minorile. E’ quindi presumibile che anche il dibattimento sul caso Mediaset andrà avanti indipendentemente dalla decisione della Consulta.