Un anno dopo Genova, Belgrado col fiato sospeso

BELGRADO – A un anno dalla drammatica notte di Genova, macchiata dalle violenze gratuite degli hooligans serbi guidati da Ivan il ‘Terribile’, Serbia e Italia tornano a incontrarsi stasera a Belgrado, dove autorità calcistiche e forze dell’ordine hanno approntato un severo dispositivo di sicurezza per prevenire eventuali nuovi incidenti, le cui conseguenze, come ha messo in guardia la Uefa, sarebbero molto pesanti per il calcio serbo.


Ai teppisti di Genova sarà vietato l’ingresso allo stadio, mentre ieri Federcalcio serba e polizia hanno diffuso una sorta di decalogo sulla sicurezza, con indicazioni precise su oggetti e comportamenti vietati al Maracanà. Nonostante i timori, i responsabili calcistici, i giocatori e il ct della nazionale si sono mostrati tuttavia molto fiduciosi su un regolare svolgimento della gara di allo stadio della Stella Rossa (in conferenza stampa c’era un pò di meraviglia per le tante domande dei giornalisti italiani sul tema sicurezza). Il desiderio di tutti è quello di voltare pagina e di dare tutto in campo affinché quella di oggi sia una bella serata di calcio, magari coronata da una vittoria prestigiosa sull’Italia, considerata ancora da queste parti una grande potenza calcistica.


“Dimentichiamo Genova e concentriamoci sulla partita contro l’Italia, importantissima per noi ai fini della qualificazione ai playoff per l’Europeo”, ha detto in conferenza stampa il capitano della Serbia Dejan Stankovic. “Mi aspetto una partita spettacolo, ma anche un match difficile”, ha aggiunto con riferimento non solo al valore degli Azzurri ma anche alla differente situazione psicologica delle due squadre. Mentre infatti l’Italia, già qualificata, è “tranquilla e senza tante pressioni”, la Serbia ha estremo bisogno di punti, l’ideale sarebbe una vittoria che le spianerebbe la strada agli spareggi, ancor prima dell’ultima gara del girone C, martedì a Maribor con la Slovenia.


Malgrado la nazionale di Cesare Prandelli sia stata falcidiata nelle ultime ore da defezioni importanti in attacco a causa di infortuni, il ct serbo Vladimir Petrovic teme gli Azzurri, che sono “un avversario molto difficile”. L’Italia, ha detto ai giornalisti, è “una squadra molto pericolosa in attacco e nel contropiede”.
Pirlo, Rossi e Cassano sono a suo avviso gli azzurri più temibili, per i quali evidentemente vi sarà da parte dei serbi una ‘vigilanza’ particolare. Anche Petrovic peraltro ha dovuto fare a meno nella sua squadra anti-Italia di pedine importanti quali Vidic e Kuzmanovic, vittime anch’essi di acciacchi fisici, e il settore avanzato sarà affidato con tutta probabilità a Pantelic, affiancato da Krasic e Stankovic, che conoscono molto bene gli Azzurri.


A Belgrado, che attende col fiato sospeso, ci si augura che gli hooligans restino a casa (Ivan il “Terribilé è in carcere) e che in un Maracanà gremito e infuocato Krasic, Stankovic e compagni portino a casa i tre punti necessari ai playoff. Ovviamente, Azzurri permettendo.