Opposizioni compatte: il premier vada via

ROMA – Le tensioni nella maggioranza hanno fatto la parte del leone ma questa volta il tranello del Pd, che ha lasciato fuori un drappello di deputati fino ad un secondo prima del voto, è riuscito. E la conclusione dei leader dell’opposizione Bersani, Casini e Fini è univoca: ‘’La bocciatura del rendiconto è un fatto senza precedenti, ora Berlusconi non può che salire al Quirinale a dimettersi’’. E sono pronti a dare oggi battaglia nella giunta del regolamento per dimostrare, codici di diritto alla mano, che il voto di ieri equivale ad una sfiducia al governo.


Da giorni nel centrosinistra c’era la sensazione che sulla nota di variazione del Def il governo poteva andare sotto, ostaggio dei maldipancia incrociati. Per questo, quando sul primo voto in Aula la maggioranza ce l’ha fatta per due voti, il Pd ha fatto uscire alcuni deputati ingannando visivamente il governo sui numeri. E la vittoria parlamentare ha un valore doppio perchè è avvenuto su un provvedimento fondamentale che, sostiene il Pd, non è emendabile e fa decadere l’intero impianto della legge.


– Oggi è certificato che la maggioranza non c’è più. Ora mi aspetto che Berlusconi vada al Quirinale e si dimetta – attacca uscendo dall’aula Pier Luigi Bersani. Richiesta che Dario Franceschini ribadisce nella riunione dei capigruppo, durante la quale il presidente della Camera Gianfranco Fini evidenzia come si tratti di ‘’un fatto senza precedenti’’ convocando la giunta per il Regolamento per decidere se, dopo la bocciatura dell’articolo 1, sia possibile andare avanti. Domanda, questa, a cui lo stesso Fini sembra aver risposto direttamente in Aula, appena letto il risultato della votazione, dicendo che la bocciatura ‘’ha evidenti implicazioni di carattere politico’’.


La gravità del voto su un provvedimento essenziale per l’assestamento di bilancio dello Stato dà fiato all’opposizione per sostenere che il vulnus non è sanabile con un voto di fiducia richiamando, pur senza tirare la giacca, l’attenzione del Quirinale.


– L’enciclopedia del diritto – cita Franceschini – e anche il costituzionalista Pitruzzella sostengono che il voto contrario sul rendiconto assume il significato di una sfiducia al governo.


Su questo l’opposizione darà battaglia in giunta per incalzare il governo a salire al Colle per dimettersi.