I cattolici al premier: necessario un nuovo governo

TODI – Chi immaginava il battesimo di un partito cattolico rimarrà forse deluso, ma il seminario che ha riunito a Todi tutte le associazioni cattoliche per la prima volta dal dopo guerra, lancia comunque un messaggio preciso: Berlusconi è inadeguato al governo del paese e serve un suo passo indietro.

Un ‘altolà’ che la dice lunga sulla voglia dei cattolici di riprendersi la scena politica e, non credendo più al bipolarismo della seconda Repubblica, propongono nuove ricette. Non c’è dietro nessuna ‘Cosa Bianca’, nessun partito, assicurano. Ciò che è all’orizzonte è però un Cartello di tutte le associazioni che secondo alcuni dei presenti dovrà fare da ‘’incubatrice’’ ad un soggetto vero e proprio, mentre secondo altri servirà a fare da lobby incidendo di più nei programmi dei partiti e dei governi.


I presenti al seminario hanno incassato di prima mattina la benedizione del cardinal Angelo Bagnasco che ha invitato i laici a impegnarsi in politica in prima persona: anzi, astenersene ‘’è un peccato’’. Parole lette come il superamento da parte della Cei dell’era Ruini quando ai laici fu imposto un passo indietro rispetto all’intermediazione diretta delle gerarchie con il governo di turno.


Le sessioni del mattino dedicate ai valori e all’economia, con le relazioni di Corrado Passera, l’economista Stefano Zammagni e il rettore della Cattolica Lorenzo Ornaghi, hanno mostrato le risorse umane, intellettuali ed economiche di cui il cartello può potenzialmente disporre. Nel pomeriggio si è entrati nel merito con le sollecitazioni di Giuseppe De Rita, Ferruccio De Bortoli ed Ernesto Galli Della Loggia, che hanno invitato i presenti a chiarirsi innanzitutto tra loro cosa vogliono fare.


In una sorta di brainstorming, il cui ognuno ha detto liberamente la sua, sono emerse posizioni diverse, come ha riferito alla fine Luigi Marino, presidente di Confcooperative, ma anche punti comuni. A partire dal fatto che tutti credono nella fine di Berlusconi e del berlusconismo.


– Si pensava che un uomo solo al comando ci liberasse dai guai – ha sintetizzato Bonanni – invece è la cosa che ci inguaia.


E al Cavaliere si chiede un passo indietro a favore di un ‘’governo forte’’, ha detto Bonanni, sostenuto ‘’dai principali partiti’’. La fine del berlusconismo, hanno concordato tutti, implica un ritorno alla partecipazione da parte di tutti i cittadini. Le differenze: c’è stato chi, come il presidente di Mcl, Carlo Costalli, ritiene che si apra lo spazio per un soggetto politico cattolico; anche il portavoce del Forum delle associazioni promotrici, Natale Forlani, vede spazi di un nuovo protagonismo. Tale impostazione potrebbe essere declinata come appoggio al progetto del Ppe italiano che unisca tutti i moderati dall’Udc al nuovo Pdl di Angelino Alfano fino a una parte dei cattolici del Pd; oppure come soggetto che intanto scende in campo autonomamente, ipotesi su cui Ornaghi ha invitato a riflettere.


– Dopo 40 anni – ha commentato -finisce la diaspora delle associazioni cattoliche.


E comune e’ la scarsa considerazione degli attuali partiti: ‘’Auspichiamo una loro scomposizione e ricomposizione’’ ha detto Andrea Oliveiro che con Raffaele Bonanni ha insistito per una riforma elettorale in direzione di un modello proporzionale alla tedesca. Cosa che rispetto al bipolarismo cambierebbe le regole del gioco e aprirebbe scenari diversi.


Lo scenario che intanto scaturisce da Todi, però, viene accolto con freddezza e malcelato fastidio dal Pdl. Eugenia Roccella, parla di incontro deludente, Sandro Bondi ha invece invitato la Chiesa a lasciare ai laici il campo della politica limitandosi a occuparsi di fede e chi boccia senza appelli le ‘ricette’ e ‘richieste’ del forum.
– nNon meglio precisati governi di tutti e con tutti, volti a mettere tra parentesi le scelte degli elettori – sentenzia il portavoce del Pdl, Capezzone – sanno di vecchia politica. Altro che novità.