S&P taglia rating di 24 banche italiane

LONDRA – Un corto circuito fra alti spread sul debito italiano, costi di rifinanziamento più alti per banche e imprese, rallentamento dell’economia e minori profitti. L’agenzia Standard and Poor’s, traccia un quadro difficile per le banche italiane nei prossimi anni e taglia il rating di 24 istituti fra cui nomi di primo piano quali Mps, Ubi, Banco Popolare ma ne conferma 19 fra cui Intesa Sanpaolo e Unicredit.


S&P paventa, al pari di altri soggetti economici e di impresa, un rischio di stretta sul credito nel breve medio termine dovuto appunto a un funding più caro. Un meccanismo che il governo italiano dovrebbe scongiurare, scrive l’agenzia, attraverso “misure fattibili di aumento della crescita e nel portare avanti una più veloce riduzione del peso del debito dovuto al settore pubblico”.


L’agenzia rileva come “il costo del funding aumenterà notevolmente a causa dei maggiori spread sul debito sovrano italiano”. Per questo ci si attende un maggiore costo di finanziamento per banche e imprese che “porterà a condizioni di credito più rigide e un rallentamento dell’attività economica nel breve-medio termine”. Una situazione “non di breve respiro o facilmente reversibile” e che porterà gli istituti di credito italiani a misurarsi con i rivali dell’eurozona in condizioni di svantaggio.


Per il settore è previsto un aumento del costo della raccolta e un calo della redditività nei prossimi due anni mentre il rallentamento dell’economia nel 2012 potrebbe impedire il miglioramento della qualità degli attivi.Già nelle scorse settimane la Confindustria aveva registrato segnali dal territorio di una possibile stretta sul credito nei prossimi mesi a causa della crescita dei costi di funding.


L’agenzia ha così tagliato il rating di Mps (da A- a BBB+), Banco Popolare (da A- a BBB), Ubi Banca (da A ad A-), Banca Popolare di Milano (da A- a BBB+), Banca Carige (da A- a BBB+). Confermati i rating di Intesa Sanpaolo e Unicredit (entrambi A) per la quale la diversificazione “probabilmente potrà attenuare l’effetto del deterioramento del contesto economico e operativo in Italia sulla performance finanziaria del gruppo”. Stabili anche Bnl (A+) e Mediobanca (A). Giù i rating di Popolare Emilia Romagna, Popolare Vicenza, Credito Emiliano, Veneto Banca, Cassa Risparmio Teramo (al livello BB+ ‘spazzatura’), Iccrea, Caricento, Popolare Alto Adige, Banca di Bologna, Agos Ducato, Farmafactoring, Mediocredito Friuli, BancaSai.
Fiat, Fitch taglia rating a BB, outlook negativo


MILANO – Fitch ha rivisto al ribasso il rating a lungo termine su Fiat a BB da BB+ con outlook negativo per tenere conto del nuovo profilo di credito del gruppo dopo l’intergrazione con Chrysler.


– Gli attuali rating sono basati su un profilo di credito stand-alone di Fiat, ma incorporano i più alti rischi a breve termine per la Fiat derivanti dalla sua integrazione con Chrysler in un contesto sempre più difficile per il gruppo – dice Emmanuel Bulle, senior director di Fitch per l’Europa.


Secondo l’agenzia di rating Chrysler ha un profilo di credito più debole di Fiat e i grossi benefici che quest’ultima avrà dall’operazione di integrazione con la casa Usa saranno più evidenti solo nel medio-lungo termine.
L’outlook negativo riflette i rischi di realizzazione dell’operazione di integrazione con Chrsyler e le sfide nei mercati core in Italia e in Brasile.