La Turchia manda i commandos in Iraq

ANKARA – E’ di almeno 24 soldati morti il bilancio di una serie di “attacchi simultanei” avvenuti ieri mattina nell’area sud-orientale della Turchia, da parte di un gruppo di miliziani del gruppo separatista curdo Pkk. Le vittime sono tutti uomini delle forze di sicurezza turche. Una ventina di feriti, secondo un bilancio ancora provvisorio. Si tratta dell’attacco più sanguinoso dal 1992. Secondo i media turchi, gli agguati sarebbero stati almeno otto ed hanno interessato edifici e postazioni occupati da esercito e polizia nella provincia di Hakkari.

Immediata la risposta di Ankara che per inseguire gli aggressori che rientravano nelle loro basi hanno sconfinato per almeno quattro chilometri all’interno del territorio iracheno, anche con l’ausilio di elicotteri. Utilizzati anche i caccia dell’aviazione turca che si sono alzati in volo per bombardare le basi del Pkk nel nord dell’Iraq. Gli attacchi sono avvenuti nei pressi delle città frontaliere di Cukurca e Yuksekova.

Dal canto suo il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha chiesto al popolo di “rimanere calmo ed evitare di violare la democrazia e i diritti umani”. “Democrazia e diritti umani risolveranno il problema del terrorismo”, ha assicurato il premier che ha detto: “Il nostro lavoro sulla democrazia e i nostri progressi non possono essere fermati da questi attacchi terroristici. Non possiamo sottometterci ad alcun attacco che arrivi dall’esterno o dall’interno. Non ci arrenderemo, combatteremo il terrorismo e tutti coloro che lo sostengono”.
Gli attacchi sono stati rivendicati dal Partito dei Lavoratori del Kurdistan. Lo riporta la stampa turca, che cita un comunicato apparso su un sito del Pkk, in cui si afferma che gli attacchi hanno fatto oltre 100 vittime tra le forze di sicurezza.