No Tav, in migliaia al corteo pacifico

TORINO – Si è concluso senza incidenti il corteo contro la Tav in Val di Susa partito ieri mattina da Giaglione. I contestatori, circa 20mila secondo gli organizzatori, meno secondo le Forze dell’Ordine, hanno dichiarato conclusa la manifestazione dopo una breve assemblea alla baita usata nei mesi scorsi come base del movimento contro l’Alta velocità ferroviaria, nei pressi del cantiere. “Abbiamo realizzato i nostri obietivi. Torneremo e vinceremo”, ha concluso Alberto Perino, uno dei leader della protesta.


I manifestanti, attraverso sentieri ma anche dalla strada principale, sono tornati a valle senza nessun intervento da parte degli uomini dell’ordine pubblico che hanno controllato la protesta sin dalle prime ore del mattino senza però mai intervenire, neppure quando ‘simbolicamente’ un gruppo di ‘Donne contro la Tav’ ha tagliato con delle cesoie le prime reti di protezione del cantiere permettendo al corteo di entrare nella cosiddetta ‘zona rossa’. I manifestanti si sono però fermati prima del secondo blocco controllato dagli agenti per dirigersi alla baita dove la manifestazione è terminata.


– Ci possiamo ritenere più che soddisfatti, abbiamo raggiunto i nostri obiettivi – ha sottolineato Perino. Rinviando l’appuntamento “a una prossima manifestazione che sarà decisa dal coordinamento del movimento”.


– Abbiamo scontentato tutti quelli che gufavano e che volevano le botte. Rifaremo le manifestazioni – annuncia – fino a quando le reti del cantiere non cadranno. La partita è lunga ma ce la faremo. Ora il motto non è ‘sarà dura’ ma ‘è dura’.


Al corteo hanno preso parte anche il presidente del comitato centrale della Fiom Giorgio Cremaschi (“lotta di grande valore sociale, civile ed economico”) e il leader della Federazione della sinistra Paolo Ferrero (il movimento “ha mantenuto aperto un problema politico che è quello di un’opera inutile e dannosa”).
Il prefetto di Torino, Alberto Di Pace, ha espresso apprezzamento per il modo pacifico con cui si è svolta la manifestazione No Tav.


– Avevamo l’obiettivo – ha detto il prefetto – di consentire lo svolgimento di una manifestazione protetta da infiltrazioni violente e di evitare che i manifestanti entrassero nell’area del cantiere o ne danneggiassero le recinzioni come avevano annunciato. Non c’e’ stato alcun taglio delle reti di recinzione e nessuno è entrato nel cantiere. Quindi i nostri obiettivi sono stati pienamente conseguiti. Continueremo anche per il futuro ad assicurare l’inviolabilità del cantiere e delle sue attrezzature.


– È stato un successo – dice dal canto suo il sottosegretario all’Interno, Michelino Davico -. E anche tra i manifestanti nessuno è andato oltre. Non abbiamo registrato alcun episodio di teppismo o gesto sconsiderato. Alle 17 è defluito l’ultimo gruppo di manifestanti. Con soddisfazione possiamo dire che tutto si è svolto con regolarità e buon senso da parte di tutti. Fondamentale – rimarca il sottosegretario – è stata l’ordinanza del prefetto di Torino, che permetteva una miglior possibilità di movimento tra le forze dell’ordine, che hanno potuto così garantire, oltre alla protezione del cantiere, la sicurezza di tutti. Oggi sono stati controllati oltre 200 autoveicoli e circa 350 persone, tra cui alcuni stranieri. Una quindicina sono stati fermati e tra questi ci sarebbero anche cinque indagati. Qualcuno ha tagliato delle reti, ma in realtà erano delle griglie di interdizione dei sentieri – conclude il sottosegretario all’Interno- ad alcuni chilometri dal cantiere. Si è creato un equivoco, ma in realtà nessuno si è avvicinato al cantiere vero. Erano griglie che delimitano i sentieri interdetti alla circolazione dall’ordinanza del prefetto, in zone particolarmente impervie.