Pensioni, Bossi: «Nessun passo indietro». Il governo rischia

ROMA – C’è di nuovo la riforma delle pensioni tra la Lega e il Governo Berlusconi, esattamente come nel 1994, quando su questo provvedimento il Carroccio si sfilò e fece cadere il primo esecutivo guidato dal Cavaliere. Oggi non siamo a questo punto, o almeno non ancora, ma la tensione è altissima per il deciso ”niet” della Lega. Un no che il senatur ha ribadito anche nell’incontro con il premier e Tremonti a palazzo Chigi. E confermato dopo ai suoi avvertendo che su questo tema Berlusconi rischia di cadere se insiste.

Il fanstasma dello ”strappo’ del ’94 torna dunque ad appalesarsi. A sbarrare la porta alla riforma ci ha pensato di prima mattina il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni, e poi a seguire Rosi Mauro, vicepresidente del Senato. Due esponenti del cosiddetto ”cerchio magico”, cioè i dirigenti più vicini a Bossi, per far capire da dove arrivava lo stop. Reguzzoni ha chiuso all’ipotesi di innalzamento dell’età pensionabile e, rispondendo indirettamente a Merkel e Sarkozy, ha ricordato che il governo ha già fatto ”miracoli” come il pareggio di bilancio nel 2013.

Rosi Mauro, che è leader del Sinpa, il Sindacato Padano ha minacciato di portare in piazza i propri iscritti in caso di intervento sulle pensioni. Per tutto il giorno c’è stata una forte pressione di dirigenti del Pdl e di ministri per convincere il Carroccio, dagli inviti di Franco Frattini, alle minacce di ricercare i voti dell’Udc, come Osvaldo Napoli.

Il Vertice del Carroccio si è riunito nel primo pomeriggio nella sede milanese di via Bellerio, dal quale sono tutti usciti con le bocche cucite. Poi a Roma con l’aereo per giungere giusto in tempo per il consiglio dei ministri. E qui c’è stato un lungo colloquio a tre fra Berlusconi, Bossi e il ministro Giulio Tremonti, che ha fatto slittare di un ora, alle 19, il cdm. Ma a spiegare gli umori ci ha pensato Matteo Salvini:
– Se il Pdl farà passare l’innalzamento dell’età pensionabile con i voti del Terzo Polo vorrà dire che non c’è più maggioranza e, quindi, governo.

E d’altra parte parlamentari e dirigenti del Carroccio presenti in via Bellerio o che hanno parlato con Bossi riferiscono che il loro leader è stato fermissimo: la riforma delle pensioni non passerà mai, a costo di far cadere Berlusconi. Il ragionamento della Lega lo spiega Marco Maggioni, capogruppo in commissione Politiche dell’Ue alla Camera:

– Non è smantellando il nostro welfare, o ponendolo ai livelli cinesi, che si ritrova la competitività. La concorrenza a livello globale delle nostre imprese è un tema prioritario che non può essere rimandato e che va affrontato il prima possibile in sede europea.

In ogni caso la Lega è compatta come dimostrano le parole di Roberto Maroni: ‘
– La nostra posizione è molto chiara sulla riforma delle pensioni: abbiamo già dato, i pensionati hanno già dato.

CDM AD OLTRANZA

La Lega non molla sulle pensioni di anzianitÀ. Umberto Bossi ha ribadito anche nel vertice notturno (a palazzo Chigi Con Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, Roberto Maroni e Roberto Calderoli) che questa materia non È trattabile. Si starebbe quindi ragionamendo su misure soft che porterebbero al graduale innalzamento dell’etÀ Pensionabile. A questo punto, l’obietivo del presidente del Consiglio è quello di andare a Bruxelles domani con un calendario ed pachetto di misure messo a punto sulla base di un eventuale accordo politico, ma senza un nuovo passaggio in Consiglio dei ministri. La situazione è obiettivamente ‘grave’, si sottolinea in ambienti di governo, perchè al momento il Carroccio ha detto no a qualsiasi proposta. Si tratta nella notte.