Italiani meno formiche

ROMA – Il risparmio resta uno dei desideri più forti degli italiani anche per i timori sul futuro e sulle pensioni che saranno inadeguate ma la crisi pesa e calano coloro che riescono a mettere effettivamente del denaro da parte. Nella sua indagine con l’Ipsos, l’Acri, l’associazione delle casse di risparmio e le fondazioni bancarie, traccia un quadro ‘’in chiaroscuro’’ della situazione del nostro paese che può contare comunque, rileva il presidente dell’associazione Giuseppe Guzzetti, su un sistema bancario solido e senza aiuti pubblici, il quale chiede a governo e autorità di vigilanza di smettere con gli ammonimenti.

Nella ricerca in particolare, diffusa alla vigilia della giornata mondiale del risparmio dove parteciperanno il ministro dell’economia Giulio Tremonti e il governatore entrante e quello uscente di Banca d’Italia (Ignazio Visco e Mario Draghi) si evidenzia come il 35% (contro il 36% dello scorso anno) è riuscito a risparmiare mentre al Sud il dato cala al 25%. In particolare, secondo la ricerca aumenta il numero di famiglie in saldo negativo di risparmio, ovvero che hanno dovuto ricorrere ai risparmi passati o a prestiti: sono il 29% su tutta Italia e ben il 40% al Sud contro il 34% del 2010. In crescita poi quelli che ritengono peggiorato il loro tenore di vita (dal 18 al 21%) e si riducono tutti i consumi, tranne il farmaceutico. Per ben l’86% degli intervistati infatti si tratta di ‘’una crisi grave’’ e così il il 50% è pessimista rispetto al futuro, il 36% ottimista e il 14% attendista.

Per la prima volta dal 2005, nota il sondaggio, il numero di soddisfatti è superato dagli insoddisfatti che crescono dal 44 al 51%. Inoltre il timore per il futuro della pensione è passato dal 38% della prima indagine nel 2001 all’80%. Gli italiani – spiega la ricerca – ritengono che le famiglie stiano risparmiando assai meno del dovuto e questo si lega alla situazione diffusa (sei su 10) di aver ridotto negli ultimi anni le riserve di risparmio accumulate nella propria vita.

La ripresa dell’inflazione e i bassi tassi offerti dai conti correnti bancari fanno tornare gli italiani ad investire ma il risparmio si dirige verso i titoli di stato e le obbligazioni mentre il tradizionale bene rifugio ‘il mattone’ resta il preferito ma crolla. Aumenta dal 21 al 24% la percentuale di chi vuole investire ma gli immobili crollano dal 54 al 43% tornando sui livelli del 2001.

Per il vice presidente dell’Acri e presidente del comitato banche dell’associazione (nonchè vice presidente vicario Abi) Antonio Patuelli tuttavia il nostro paese può contare su banche che sono ‘’le più patrimonializzate al mondo con i fondamentali più solidi d’Europa’’. Patuelli si dice anche meno pessimista sul quadro economico che giudica in lieve miglioramento grazie ‘’a segnali di ripresa dell’export, flussi turistici buoni sebbene permanga una crisi di aspettative di fiducia’’.

Confcommercio: la recessione è vicina


MILANO – ‘’La recessione è dietro l’angolo’’ e da parte del Governo ‘’non sono tollerabili né rinvii, né annunci: il tempo della partita è scaduto’’. E’ una Confcommercio dai toni mai visti negli anni recenti quella che sollecita interventi urgenti e riforme. Con il suo presidente Carlo Sangalli che chiede ‘’governabilità responsabile e ambiziosa che non può considerarsi automaticamente garantita dai ricorsi ai voti di fiducia’’.
Il vecchio amico non se la sente di scaricare chiaramente il Governo di Silvio Berlusconi, cui lo unisce anche una viscerale passione per il Milan e per lo stadio di San Siro dove il presidente del Consiglio e l’ex deputato Dc si incontrano spesso.


– Economicamente è una situazione straordinaria e i nostri associati non ce la fanno più – aggiunge Sangalli di fronte alle telecamere delle reti nazionali. Il contesto della presentazione di un manifesto chiamato ‘Anzitutto l’Italia’ sono gli Stati generali dell’associazione, forse non a caso convocati a Milano, ma l’importante è la sostanza: si possono toccare le pensioni con una ‘’riforma previdenziale’’, ma ‘’la madre di tutte le riforme è quella fiscale, perchè la pressione in Italia è insostenibile’’.


Fuori dalla sala dell’assise milanese, la base dei commercianti e dei funzionari dell’associazione è ancora più chiara.


– Era un Governo dal quale ci aspettavamo molto, ma nulla è arrivato: i condoni a qualcuno di noi faranno anche comodo – afferma un vecchio negoziante del capoluogo lombardo – ma qui il problema è solo uno: l’imposizione nazionale supera il 45%, con quella locale e indiretta siamo molto vicini al 60%. Nessuno può lavorare in questo modo.


E l’immediato futuro non sembra roseo.


– Per conseguire l’obiettivo dell’azzeramento del deficit occorreranno tra il 2012 e il 2014 circa 100 miliardi di tasse e imposte aggiuntive, oltre a circa 40 miliardi di minori spese – aggiunge Sangalli -. Il presidente della Confcommercio, poi, spiega:


– Le stime di crescita dell’Italia si attestano per il 2012 intorno a un frazionale 0,3%: in breve, abbiamo pressione fiscale record e crescita al lumicino.


Mentre l’ufficio studi dell’associazione, commentando i dati Istat sulle vendite al dettaglio in agosto ferme rispetto a luglio ma scese dello 0,3% su base annua, non vede ‘’quale svolta positiva potrà riportare nel futuro prossimo la nostra economia su ritmi di crescita accettabili’’, il presidente Sangalli sul terreno della politica si permette un accenno importante.


– Servono riforme anche mediante una legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere gli eletti in Parlamento – conclude il presidente di Confcommercio, associazione che ai tempi delle preferenze qualcosa contava nella formazione di Camera e Senato.