Merkel convince la Bundestag ‘Ora cambiare l’Ue’

BERLINO – Non un euro tedesco in più, per aumentare la potenza di fuoco del fondo salva Stati. Il contributo di Berlino alla crisi è di 211 miliardi e ‘’questo rimane’’. E a chi l’accusa di non avere visione, Angela Merkel risponde affrontando l’Europa in modo pragmatico: ‘’Dove sta scritto che per cambiare i trattati europei servono 10 anni?’’ Le regole vanno cambiate, con pesanti sanzioni per chi viola i patti di stabilità, che in futuro dovrà rispondere davanti alla Corte di giustizia europea.


C’è poi un terzo pilastro della posizione tedesca, dato addirittura per scontato, fuori dalla portata di ogni ragionamento: l’indipendenza della Bce. ‘’Una partecipazione della Bce al rafforzamento del fondo non è sul tavolo, e questo per la Germania è fuori questione’’. La Germania mette i suoi paletti dicendo basta all’acquisto dei bond. Un discorso da grande occasione, con la stampa che segue la cancelliera minuto per minuto fino all’intervento in aula: giacca blu, andamento fluido, piglio pratico – ‘’siamo l’economia più forte d’Europa ma non l’ombelico del mondo’’ – fino a una chiusa solenne.


Pace e benessere in Europa non possono essere dati per scontati. La Germania ha un ‘’dovere storico’’ nel tutelare l’Europa e ‘’questa generazione politica non può prendersi la responsabilità di fallire’’, dice la cancelliera per convincere il Bundestag a votare la mozione bipartisan sulle misure anticrisi.


l documento di indirizzo sottoscritto da Unione (CDU-CSU) Liberali Spd e Verdi, non vincola la cancelliera come una legge, ma le impone di dire: qui c’è una linea oltre la quale non posso andare. Frau Merkel cita, fra le buone notizie, l’impegno della Grecia.


Cita Irlanda e Portogallo, sulla buona strada. Manca l’Italia, e l’assenza di Roma – messa sotto torchio fra martedì e lunedì – suona come un implicito richiamo. La cancelliera dice:
– La Grecia non è il Paese più grande fra quelli indebitati. I Paesi a rischio devono fare i compiti per ottenere una loro stabilità.


Poi si rivolge di nuovo ai concittadini tedeschi:
– Il rischio è sostenibile. E un’alternativa più ragionevole davanti a me non c’è -. L’aula sembra convinta, a tratti applaude, e poi vota: 503 sì, 89 contrari, 4 astenuti. La Merkel può partire. Resta da vedere quanto pagherà tutto questo nel cuore dei tedeschi.


Il sondaggio del Forsa, pubblicato dallo Stern, mostra che addirittura fra i suoi elettori dell’Unione un 17% alla ‘ragazza di Kohl’ preferisce Peer Steinbrueck, l’ex ministro delle Finanze ai tempi della grande coalizione.