Ingroia: “Io partigiano della costituzione”

ROMA – ‘’Io non mi sento imparziale. Anzi, mi sento partigiano’’. La frase che il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia pronuncia al congresso del Pdci a Rimini riapre lo scontro tra magistrati e maggioranza, con il Pdl che chiede al Csm di aprire un fascicolo nei suoi confronti e il leader de La Destra Francesco Storace che si chiede se ‘’da ora sarà lecito definirlo un nemico politico’’. Lo difende il segretario dei Comunisti Italiani Oliviero Diliberto. Quelli della destra, dice, sono ‘’attacchi scomposti’’ nei confronti di un magistrato che ha solo ‘’ricordato la fedeltà alla Costituzione che tutti i giorni la destra italiana calpesta’’.


Accettando l’invito di Diliberto al congresso, Ingroia sapeva a cosa andava incontro. Ed sul palco è lui stesso a mettere le mani avanti:
– Ho accettato pur prevedendo le polemiche che potrebbero investirmi per il solo fatto di essere qui. Ma io ho giurato sulla Costituzione democratica, la difendo e sempre la difenderò anche a costo di essere investito dalle polemiche.


Poi il riferimento alla Resistenza.


– Un magistrato – dice Ingoria – deve essere imparziale quando esercita le sue funzioni, e non sempre certa magistratura che frequenta troppo certi salotti e certe stanze del potere lo è. Ma io confesso non mi sento del tutto imparziale, anzi, mi sento partigiano. Partigiano non solo perché sono socio onorario Anpi, ma perché sono un partigiano della Costituzione. E fra chi difende la Costituzione e chi quotidianamente cerca di violarla, violentarla, stravolgere, so da che parte stare.


Per la legalitè democratica, aggiunge, “ci vuole una politica con la p maiuscola. Ed è necessaria un’Italia di eguali contro l’Italia della diseguaglianza di questi ultimi anni”.


Appena le agenzie rilanciano le dichiarazioni di Ingroia, parte l’attacco del Pdl. I primi ad intervenire sono i capogruppo di Senato e Camera, Gasparri e Cicchitto: “Parole gravi e inquietanti – dice il primo – che confermano l’animo militante di alcuni settori della magistratura. Porteremo il suo comizio odierno all’attenzione del Parlamento”. Aggiunge Cicchitto: “Ringraziamo Ingroia per la sua chiarezza. Sappiamo che le vicende più delicate riguardanti i rapporti tra mafia e politica sono a Palermo nelle mani di pm contrassegnati dalla massima imparzialità”.


Il Pdl fa quadrato contro Ingroia e il sottosegretario Daniela Santanché auspica che “la riforma della giustizia entri subito nell’agenda parlamentare. La magistratura politicizzata – dice – ha gettato la maschera”. La vicepresidente dei deputati Jole Santelli vede invece nell’uscita di Ingroia la prova che il magistrato “stia preparando il suo ingresso in politica” mentre Giorgio Straquadanio lo definisce un “militante estremista”.
– Non era mai accaduto che un magistrato in servizio prendesse la parola ad un congresso di partito per attaccare maggioranza parlamentare e governo. Ce ne è abbastanza perché il Csm apra un fascicolo per la gravissima violazione di ogni regola giuridica e deontologica – dice il vicecapogruppo del Pdl al Senato Quaglieriello, che rispedisce al pm l’invito al rispetto della Costituzione – Bisogna difendere dalla distruzione la nostra Costituzione e le sue leggi attuative. Se si cominciasse da quelle che vietano ai magistrati il coinvolgimento nell’attività di partiti politici, sarebbe un bene per tutti.