Alluvioni: trovata la decima vittima, ancora 3 dispersi

LA SPEZIA – Era là, sotto un ammasso di tronchi d’albero trascinati in fondo al paese dal torrente in piena. Quel torrente che l’ha sorpreso nell’orto a Borghetto Vara, che l’ha ucciso e che l’ha portato via assieme a sua figlia.


Con il ritrovamento del corpo di Alemanno Aldo Fabiani, 85 anni, l’elenco delle vittime dell’alluvione che martedì 26 ottobre ha colpito il Levante ligure e la Lunigiana sale a 10. Otto persone sono morte in Liguria e due ad Aulla, in Toscana. A Vernazza risultano ancora disperse tre persone.


A una settimana dal diluvio, anche qui è arrivato il tempo della stanchezza: i mille e più volontari continuano a scavare senza sosta, alla ricerca dei tre volontari che ancora mancano all’appello, per battere sul tempo quella pioggia che si dice cadrà nel fine settimana.


Sono tutti esausti: i ragazzi con le magliette di mille colori sporche di fango, i volontari della Protezione civile, le forze dell’ordine, gli Alpini dell’associazione nazionale, gli Artiglieri di montagna dell’Esercito, i Vigili del fuoco. Uno di loro, milanese di 44 anni, ieri si è sentito male. Dopo una notte passata a scavare la melma della palude di Borghetto Vara non ce l’ha fatta più e ieri è stato portato in ospedale. E’ in coma farmacologico.


Ed è arrivato anche il tempo delle lacrime: Monterosso piange Sandro Usai, il volontario di Protezione civile ucciso dall’onda di fango mentre tentava di aiutare gli altri. Chiuso nella cassa di legno chiaro bagnato dalle lacrime senza sosta della compagna Elena, Sandro Usai ha compiuto un gesto che non sarà dimenticato. “Te lo prometto, non dimenticheremo”, ha detto il vescovo della Spezia, monsignor Francesco Moraglia, celebrando le esequie in una chiesa piena di fango e di gente.


Sandro resta vivo nella memoria grazie a quella foto, l’ultima, scattata con un cellulare durante l’alluvione mentre alza la grata di un tombino. Pochi secondi ancora e Sandro muore. Quella foto sulla bara, con la bandiera dei Quattro Mori, la bandiera della sua Sardegna, con la sciarpa della sua squadra del cuore, con la giacca della Protezione civile, è quanto resta in questo mondo del volontario che ha compiuto un gesto estremo, coraggioso, immenso.


– Sandro – ha detto il vescovo – ha scritto una delle più belle pagine del Vangelo: avevo fame e mi hai dato da mangiare.


Un eroe, l’immagine stessa di questo disastro che sembra non avere fine: è l’immagine dei volontari che scavano nel fango, quelli che portano cibo, che consolano gli anziani quando piangono perché hanno perso tutta una vita sotto quella melma. I volontari che restano a Borghetto Vara, a Vernazza, a Monterosso, a Brugnato “perché c’è bisogno”.


Ci sono quelli con la fascia rossa al braccio, quelli che si portano la pala e la merenda, ci sono gli studenti e i tifosi senza tessera, ci sono gli ex carabinieri. Tutti, alla fine della giornata, quando scende il sole e non ci si vede più, sono coperti di fango e di stanchezza.


– Sono la parte più bella del Paese – ha detto il segretario nazionale Prc Paolo Ferrero, che ieri ha scavato assieme a loro.


Si chiude così, con la stanchezza e le lacrime, il settimo giorno dall’alluvione. E i volontari restano, loro che con la pala in mano, stanno scrivendo laiche pagine di Vangelo.