Prencipe: “Biglietto da visita per l’immagine dell’Italia”

Prendendo in prestito le parole del presidente Napolitano, Lorenzo Prencipe, cordinatore del comitato scientifico del Mei, ha parlato di “memoria comune per un futuro comune” e della salvaguardia di quella “memoria prospettica” che riconosce “il contributo dell’emigrazone al lento e graduale processo di unificazione nazionale”.

Ed ancora “la cultura del lavoro e i valori” degli italiani hanno permesso loro di integrarsi nei Paesi di emigrazione, dove oggi sono “uno splendido biglietto da visita per l’immagine dell’Italia” e la promozione della nostra lingua e cultura.


– Insomma, l’unità d’Italia si è fatta con le armi, ma molto di più con il lavoro degli italiani all’estero, protagonisti – ha ricordato Prencipe – del più grande esodo di un popolo nella storia moderna.

E giù con numeri da capogiro: dal 1861 al 1876 sono espatriati 2 milioni di italiani, che sono diventati 26 milioni nel “secolo dell’emigrazione”, dal 1876 al 1976; ed il fenomeno non si è mai interrotto se da allora ad oggi, “in maniera continua” 50 mila italiani l’anno scelgono di andare all’estero. Dal 1905 ad oggi in 11 milioni hanno fatto ritorno, portando con loro non solo “i risparmi di una vita”, ma anche un bagaglio di esperienze e “know how” che ha continuato ad arricchire la nostra società.