Accolta l’istanza di estradizione Al Ahmud tornerà in Libia

TUNISI – Anche se l’ultima parola spetta formalmente al presidente della repubblica, Foued Mabazaa (peraltro ormai quasi alla fine del suo mandato provvisorio) che dovrà apporre la sua firma sull’estradizione, la sorte di Baghdadi Al Mahmudi, ex potentissimo uomo del regime di Muammar Gheddafi di cui fu anche primo ministro, sembra segnata. La corte d’appello di Tunisi ha infatti accolto ieri pomeriggio – nel tripudio di qualche decina di libici – la richiesta di estradizione presentata dai rappresentanti del nuovo governo di Tripoli nei confronti del settantenne ex braccio destro del colonnello, da settembre detenuto nelle carceri tunisine.


La corte, nella sua motivazione, ha in sostanza affermato che l’accoglimento dell’istanza di estradizione era imposta dal dovuto rispetto della convenzione che regola la materia tra Libia e Tunisia. In questo modo Tunisi si sottrae alle critiche che potrebbero arrivare dalle associazioni – Amnesty International, in testa – che in questi giorni si erano schierate contro la consegna di al Mahmudi ai nuovi governanti di Tripoli, mostrando timori su quel che potrebbe accadergli, una volta tornato in patria. Dove, da detenuto, sarebbe il più alto esponente del vecchio regime, preso vivo e rimasto tale, nelle mani dei nuovi governanti.


Per evitare questo epilogo, l’ex premier e il suo collegio di difesa hanno, nelle ultime settimane, alzato uno sbarramento mediatico (con diverse conferenze stampa e annunci a raffica) e l’imputato ha anche fatto un breve sciopero della fame per protestare contro la sua situazione. Arrestato in settembre per ingresso illegale in Tunisia (fu bloccato mentre tentava di passare in Algeria), era stato per questo condannato a sei mesi di carcere e subito portato in cella, per poi essere prosciolto, ma non liberato, poichè, nelle more dei due procedimenti, era giunta la richiesta di estradizione.