Monti non salva P. Affari: Francia e Spagna sotto attacco

MILANO – Supermario non salva Piazza Affari, che, all’indomani del giuramento e in attesa della fiducia in Senato al governo del professor Monti, ha fatto un passo indietro (Ftse Mib -1,43%), mentre il differenziale tra Btp e Bund è sceso poco sotto 495 punti, senza mettere a segno quel recupero che molti si aspettavano di vedere. Diverso il giudizio sul nuovo esecutivo dell’agenzia di rating Fitch e del Fondo Monetario Internazionale, che hanno espresso entrambi la loro fiducia in Mario Monti.


Secondo l’agenzia di rating il governo ‘’dimostrerà la sua credibilità nel portare avanti le riforme economiche, fiscali e strutturali, e ha il potenziale per rimanere in carica fino alle elezioni del 2013’’. Guardando all’Italia, però, Fitch ha definito l’economia del Paese ‘’probabilmente già in recessione’’, e ha avvertito che ‘’il rallentamento dell’attività economica nell’Eurozona renderà il compito del nuovo governo Monti più difficile’’. Da qui la possibilità di una nuova revisione al ribasso del rating, dopo averlo declassato ad ‘A+’ con prospettiva negativa lo scorso 7 ottobre.


Quanto al Fondo Monetario internazionale, che a fine novembre invierà i suoi ispettori nel nostro Paese, il portavoce David Hawley ha affermato che ‘’la creazione di un nuovo governo con un programma chiaro favorisce una chiarezza politica e rappresenta uno sviluppo positivo’’. Dopo aver precisato che ‘’l’Italia non ha chiesto aiuti’’ al Fondo, Hawley ha spiegato che le missioni saranno trimestrali.


Dopo l’Italia, ancora nell’occhio dell’uragano, è il turno di Francia e Spagna. Ed infatti, la Francia entra decisamente nel mirino della speculazione internazionale, mentre la Spagna sembra imboccare la stessa strada della Grecia, ossia quella del salvataggio internazionale, dopo che i rispettivi spread col bund tedesco hanno raggiunto record storici dalla nascita dell’euro, sulla scia delle aste di titoli di Stato che si sono tenute nei due Paesi.


Il differenziale di rendimento tra i titoli decennali francesi e tedeschi ha scalato la vetta psicologica dei 200 punti base toccando quota 203, mentre la forbice Madrid-Berlino si è allargata fino a 499 punti, col rendimento dei bonos volato al 6,975%. Per la stampa iberica, a tre giorni dalle politiche di domenica, la Spagna è entrata ‘’in zona salvataggio’’.


Parigi è riuscita a collocare quasi il massimo importo programmato di 7 miliardi di euro nell’asta di titoli a breve e medio termine (6,976 miliardi), ma per i bond a 5 anni il rendimento medio è salito al 2,82% dal 2,31% del 20 ottobre scorso. Per i bond a scadenza 2013 (950 milioni) il rendimento è stato pari all’1,85%, e per quelli 2015 (1,069 miliardi) del 2,44%.


Investita in pieno dai venti della crisi dei debiti sovrani, la Francia potrebbe quindi vedersi strappata la sua ‘tripla A’ dalle agenzie di rating nei prossimi mesi. E’ andata invece molto male l’asta di titoli decennali della Spagna. Il rendimento è schizzato ai massimi dal 1997.


Secondo molti analisti, per fermare il contagio della crisi in Eurolandia è necessario un intervento massiccio della Banca Centrale Europea sui titoli di Stato di tutti i Paesi a rischio, oltre a Spagna e Italia, dunque un’azione di ‘’quantitative easing’’ (allentamento monetario), come stanno facendo la Federal Reserve negli Stati Uniti e la Bank of England in Gran Bretagna.